Come gli Stati Uniti vogliono controllare l’intelligenza artificiale

(ASI) Washington – Di fronte alle sempre più frequenti minacce derivanti dall’uso malevolo dell’intelligenza artificiale (IA), la Casa Bianca non vuole starsene ferma a guardare. Al contrario, sono molteplici le iniziative messe in campo dalla squadra di Joe Biden.

Da tempo, d’altronde, il presidente va ribadendo la necessità di sfruttare l’innovazione tecnologica per ricavarne benefici tangibili e promuovere lo sviluppo della società e della qualità di vita dei cittadini. “Dobbiamo mettere al centro le persone e le comunità, sostenendo un'innovazione responsabile che sia al servizio del pubblico, proteggendo la nostra società, la nostra sicurezza e la nostra economia”, si legge in un comunicato della Casa Bianca.

In tale direzione va la mossa della vicepresidente Kamala Harris, che il 4 maggio ha ricevuto gli amministratori delegati delle quattro principali aziende americane all’avanguardia nel settore IA. Tra di esse figurano il colosso Microsoft e OpenAI, quest’ultima divenuta recentemente popolare in tutto il mondo per il controverso ChatGPT. Il programma capace di simulare alla perfezione conversazioni umane ed eseguire una vasta gamma di comandi in brevissimo tempo è sbarcato anche in Internet. È stato integrato nel motore di ricerca Bing, di proprietà proprio di Microsoft.

Dal momento che l’intelligenza artificiale è destinata a permeare sempre più la nostra vita quotidiana e le sue potenzialità sono pressoché infinite, è indispensabile agire celermente per scongiurare impieghi assai poco consoni. Impieghi legati, ad esempio, alla propagazione di notizie false o di immagini e video manipolati che mettono in bocca a personaggi famosi – o peggio a capi di governo – affermazioni mai pronunciate veramente, in grado di disorientare l’opinione pubblica e minare i processi democratici.

E così, parallelamente all’incontro della vicepresidente Harris con le grandi aziende tecnologiche, la Casa Bianca ha diramato le altre iniziative che l’amministrazione Biden intende attuare per proteggere i cittadini. Sono stati annunciati, innanzitutto, nuovi investimenti in ricerca e sviluppo.

Grazie a un finanziamento pubblico di ben 140 milioni di dollari, a breve nasceranno sette nuovi centri di ricerca nazionali sull’intelligenza artificiale. Assieme agli altri diciotto già funzionanti, essi metteranno in comunicazione le scuole, le imprese e gli uffici governativi per studiare insieme i progressi dell’IA. Le aree di interesse vanno dal clima all'agricoltura, dall'energia alla salute, dall'istruzione alla sicurezza informatica. Gli studenti potranno specializzarsi in queste aree e diventeranno gli esperti del futuro, gli sviluppatori di una tecnologia “etica, affidabile, responsabile, al servizio del bene pubblico”, spiega il comunicato.

Il governo, inoltre, ha convinto le grandi società a partecipare a una “valutazione pubblica” dei loro modelli di intelligenza artificiale. Ricercatori ed esperti – indipendenti sia dall’amministrazione sia dalle società stesse – avranno la preziosa opportunità di accedere agli algoritmi di Google, Microsoft, OpenAI o Nvidia e di studiarli, fornendo direttamente agli sviluppatori raccomandazioni mirate a risolvere le eventuali criticità riscontrate.

Entro l’estate, poi, l’amministrazione Biden pubblicherà una “bozza di linee guida sull'uso dei sistemi di IA”. La bozza – alla cui stesura potranno collaborare tra gli altri ricercatori, imprenditori, organizzazioni della società civile – porterà alla scrittura di un documento finale che disciplinerà come le agenzie federali e gli uffici governativi dovranno utilizzare l’intelligenza artificiale nei loro compiti quotidiani. L’obiettivo finale è quello di “sfruttare responsabilmente” l’IA per migliorare e velocizzare l’amministrazione pubblica, ferma restando “la salvaguardia dei diritti e della sicurezza del popolo americano”.

L’impegno del presidente in tale settore non è certo una novità. Il 4 ottobre 2022, infatti, è stata presentata la bozza della “Carta dei diritti dell’intelligenza artificiale”. La potremmo considerare una vera e propria “Costituzione” che, una volta ultimata, regolerà definitivamente il funzionamento dell’IA negli Stati Uniti. Alla base, c’è la protezione dei diritti umani fondamentali dei cittadini, ivi compresi i diritti civili, la libertà di espressione, l’assenza di discriminazioni nell’accesso all’istruzione, al lavoro, agli alloggi, all’assistenza sanitaria, ai servizi sociali.

La volontà dichiarata è consiste nel vincolare gli algoritmi dell’IA all’osservanza dei valori democratici occidentali. I sistemi automatizzati basati sull’IA saranno ammessi sia in ambito pubblico che privato. Persino i vari uffici amministrativi governativi, quindi, potranno servirsene per svolgere le pratiche burocratiche. Tuttavia, dovranno sempre essere rispettati precisi principi chiave.

I sistemi dovranno raccogliere la minor quantità possibile di dati personali degli utenti, specie nei “settori sensibili” quali salute, lavoro, istruzione, giustizia penale, finanza. Gli utenti dovranno essere sempre informati – con un linguaggio semplice e comprensibile – di quali dati vengono raccolti e dovranno avere la possibilità di opporsi. Gli sviluppatori non potranno progettare algoritmi che discriminino le persone in base a etnia, colore della pelle, orientamento sessuale, preferenze politiche, religione o età. Nei “settori sensibili” – dove si prendono decisioni importantissime per l’accesso dei cittadini ai servizi e all’assistenza pubblica – gli algoritmi dovranno essere supervisionati da funzionari in carne e ossa, in modo da evitare errori e malfunzionamenti spiacevoli.

Marco Sollevanti – Agenzia Stampa Italia

 
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