(ASI) La FNC UGL Comunicazioni di Catania ha partecipato oggi, di fronte la Prefettura di Palermo, al sit-in per esprimere il proprio dissenso verso la seconda tranche di privatizzazione del pacchetto azionario di Poste Italiane S.p.A. già inserito nel Def ma di cui ancora si sconoscono le percentuali di collocamento nel mercato azionario.
Il Governo – è questa la denuncia del sindacato - non ha accettato fin’ora il confronto con le organizzazioni sindacali.
“Siamo certi che la cessione di nuove quote di mercato non produca nessun beneficio economico all’Azienda, ma sia una manovra ad esclusivo interesse dello Stato per fare cassa sulla pelle dei lavoratori – ha dichiarato Simone Summa, segretario di Federazione Ugl Comunicazioni di Catania - Tra l’altro, proprio in questi giorni, sono stati presentati dall’Azienda i dati relativi al bilancio dei primi tre mesi dell’anno che evidenziano una forte crescita degli utili, con un forte recupero nel mercato del segmento pacchi. Ci chiediamo quindi perchè smembrare un’Azienda che produce utili”.
Nelle due settimane che hanno preceduto il sit-in si sono svolte assemblee nei posti di lavoro a Catania e provincia per discutere con i dipendenti del momento che attraversa l’azienda. Oltre alla privatizzazione, infatti, ci sono altri tavoli aperti per il rinnovo del CCNL scaduto lo scorso dicembre.
“La preoccupazione maggiore dei lavoratori – è ancora Summa a parlare - è quella di vedere, dopo oltre 160 anni di storia aziendale, vanificare ciò che rende unica la più grande azienda di servizi del Paese, ovvero l’utilità sociale che questa ricopre in tutta la nazione, vanificandone di fatto la capillarità e la capacità di penetrazione in tutti i territori, con le inevitabili e gravi ricadute occupazionali soprattutto al Sud. La FNC_UGL Comunicazioni sostiene da anni la necessità di eleggere un rappresentante dei lavoratori all’interno del consiglio d’amministrazione proprio per accompagnare con concertazione ed armonizzazione quei percorsi di crescita e miglioramento del lavoro che talvolta sfociano in scelte quanto mai scellerate e discutibili”.