L’ultimo ritratto in questione è un “Omaggio a Tiziano”, artista prediletto ed ispiratore della pennellata durandiana. Il “tondo” raffigura la bella contessa del Cinquecento nativa di Gazzuolo e sarà esposto all’interno della sua naturale cornice di Palazzo Caetani, sede Rinascimentale della corte che la giovanissima donna portò a Fondi col suo seppur breve soggiorno e oggi sede del “Laboratorio Aperto” di pittura dello stesso Durand. Completeranno l’esposizione i “tondi” della “Via Lucis” (che ripercorre la “vita di Cristo” nel periodo pentecostale) ed altri imponenti raffigurazioni, tra le quali le “pendant pictures” a carattere mitologico dal titolo “Oreste ruba le capre a Polifemo” e “Balio e Xanto”. A Terracina, invece, nella suggestiva Cattedrale di San Cesareo, nell’acropoli della cittadina romana, saranno esposti la “Madonna dell’Aranceto”, “Le lagrime di San Pietro”, “Gesù e Ganimede” (tondo) e il succitato ritratto di Giovanni Paolo II, per il quale il Santo Padre posò nel 1983 in tre sedute da 20 minuti ciascuna.
Per l’occasione è in fase di stampa un catalogo destinato a cambiare in qualche modo la Storia. Al suo interno, infatti, uno dei testi più interessanti è quello scritto dallo stesso Maestro André Durand, letteralmente innamorato delle vicende di Giulia Gonzaga, tanto cantata dall’Ariosto quanto ritratta all’epoca. Eppure sui lineamenti della bella contessa restano ancora incertezze, motivo per cui il pittore di origini canadesi ha offerto la sua versione dei fatti, proponendo anche il ritratto al quale si sarebbe ispirato Tiziano che delineò i tratti della Gonzaga pur senza averla mai avuta di fronte. Il titolo del catalogo delle opere, “Poesie dagli dei a Gesù Cristo”, nasce innanzitutto dal fatto che lo stesso Tiziano chiamasse “Poesie” i suoi dipinti di carattere mitologico e dal filone che percorre tutte le opere volto alla cristianizzazione del paganesimo.