(ASI) "Mentre non si è aperto alcun vero confronto con il mondo accademico sulle pesanti conseguenze del taglio di oltre 500 milioni di euro del Fondo di finanziamento ordinario già per l'anno in corso, il governo non trova di meglio che varare il disegno di legge sulla precarizzazione della ricerca prima della pausa estiva. Meno risorse per l'università pubblica, più precarietà e meno diritti per i giovani ricercatori, apertura della docenza a figure a tempo a chiamata diretta, attinte dal mondo delle professioni, senza alcuna garanzia di adeguata qualificazione scientifica e aggirando completamente il criterio dell'abilitazione scientifica nazionale.