(ASI) Giornata storica quella di oggi per il Messico: Claudia Sheinbaum entrerà infatti ufficialmente in carica come prima presidente donna del paese centroamericano, eletta lo scorso giugno con circa il 60% dei consensi. L’obiettivo è continuare sul solco tracciato dal suo predecessore, Lopez Obrador aumentando la sicurezza sociale e diminuendo il numero dei poveri.
Tante le sfide che attendono la politica messicana tra cui la violenza che rimane su livelli di guardia, un’economia che ristagna e i danni provocati ad Acapulco, una delle località simbolo del paese, recentemente colpita da un uragano.
Sheinbaum ha promesso continuità dalle sue politiche sociali popolari alle riforme costituzionali della magistratura e della Guardia Nazionale attuate dal suo predecessore. Il suo primo atto da presidente sarà un viaggio nella località costiera del Pacifico di Acapulco, colpita dalle inondazioni. L'uragano John, che ha colpito la settimana scorsa come un uragano di categoria 3 e poi è riemerso nell'oceano e ha colpito nuovamente come una tempesta tropicale, ha causato quattro giorni di pioggia incredibilmente forte che ha ucciso almeno 17 persone lungo la costa intorno ad Acapulco, già devastata nell'ottobre 2023 dall'uragano Otis da cui ancora non si è ripresa.
Sheinbaum deve anche fare i conti con la violenza furiosa nella città settentrionale di Culiacan, dominata dal cartello, dove sono scoppiati combattimenti tra fazioni all'interno del cartello di Sinaloa dopo che i signori della droga Ismael "El Mayo" Zambada e Joaquín Guzmán López sono stati arrestati negli Stati Uniti dopo essere arrivati in aereo. un piccolo aereo il 25 luglio. López Obrador ha cercato a lungo di evitare di affrontare i cartelli della droga messicani e ha apertamente fatto appello alle bande affinché mantengano la pace tra loro, ma i limiti di questa strategia sono diventati palesemente evidenti a Culiacan, la capitale dello stato di Sinaloa , dove gli scontri a fuoco hanno infuriato per le strade della città. Le autorità locali e perfino l’esercito – sul quale López Obrador ha fatto affidamento – hanno sostanzialmente ammesso che i combattimenti finiranno solo quando i capi del cartello decideranno di porvi fine. La violenza legata al controllo dello spaccio e delle piazze della droga sta aumentando da Tijuana, nel nord, al Chiapas, nel sud, provocando migliaia di sfollati.
A livello economico il paese è in deficit, alcuni progetti infrastrutturali sono in ritardo e in caso di vittoria Donald Trump alle presidenziali statunitensi del 5 novembre potrebbe vedere l’imposizione di un dazio al 100% sui veicoli prodotti in Messico, assestando un duro colpo agli scambi commerciali tra i due paesi.
Le sfide sono tante ma la Sheinbaum e il Messico hanno tutte le carte in regole per vincerle.
Fabrizio Di Ernesto per Agenzia Stampa Italia