(ASI) Non funziona la cura economica del presidente argentino ultraliberista Javier Milei.
Oltre la crisi economica del paese che si fa sempre più evidente, causata anche da atavici problemi che si ripetono ciclicamente nello stato indiolatino più politicamente instabile del continente, la Banca mondiale ha rivisto al ribasso le stime sulla riduzione del pil in Argentina nel 2024
portandole al -3,5%; nella regione solo la martoriata Haiti fa peggio con una previsione del -4,2%. Nello specifico l'Argentina è l'unico Paese sudamericano per il quale è prevista una forte recessione nell'anno in corso, mentre per il 2025 si prevede un incremento del 5%.
Il capo economista per l'America Latina e i Caraibi, William Maloney, durante la presentazione del rapporto ha però sottolineato le misure economiche attuate dal governo Milei, ovvero tagli allo Stato sociale e privatizzazioni selvagge, lanciando però anche l’allarme per l’aumento della povertà nel paese.
“La chiave per continuare a progredire è riuscire ad avere conti fiscali sostenibili, quindi è lì che dobbiamo continuare ad andare avanti”, ha spiegato Maloney sostenendo che la contrazione è dovuta “agli estremi aggiustamenti fiscali che si stanno verificando necessari per abbassare l'inflazione” e ha definito “incredibile” il calo registrato dall'indice dei prezzi dal 25 al 4% mensile ad agosto. Secondo Maloney la ripresa del 2025 in Argentina dovrebbe contribuire anche a ridurre l'attuale livello di povertà che ha superato il 52% nel primo semestre del 2024.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia