“Zitti,zitti...”. Dalla disfatta di Barletta nel 2015, alla recente crisi del Bari, senza dimenticare l’Andria, Fidelis sì, ma per quanto ancora?

puglia copy(ASI) La ridente ed ospitale Puglia attraversa da un punto di vista calcistico, un periodo buio senza eguali.

La splendida città di Barletta è conosciuta per le tante straordinarie perle di storia e per le numerose opere d’arte.

Dal castello Normanno Svevo, il più grande della regione, alla pinacoteca dedicata al pittore Giuseppe De Nittis, vicino al Verismo e all’Impressionismo, senza dimenticare il colosso bronzeo Eraclio, importante tanto quanto i bronzi di Riace.

Non possiamo non citare l’Ordine dei cavalieri Templari, presenti in città dal 1158, e che avevano nella precettoria, la sede del medesimo Ordine in Puglia.

Barletta è inoltre conosciuta come la “città della Disfida” perché il 13 febbraio 1503 Ettore Fieramosca ed altri dodici cavalieri italiani vinsero una importante battaglia contro tredici cavalieri francesi.

La città, dunque, è ricca di storia ed arte, ma da un punto di vista calcistico non se la passa per niente bene. Nel 2015 ha dovuto abbandonare il professionismo, non per demeriti sportivi, ma per problematiche economiche, e da allora disputa il campionato di Eccellenza.

Nella vicina Bari sono ore di attesa. Attraverso un comunicato ufficiale, la società presieduta da Cosmo Giancaspro fa sapere che nei termini previsti dalla delibera dell’assemblea straordinaria del 15 giugno 2018, entrambi gli azionisti hanno fatto pervenire le rispettive dichiarazioni di esercizio del diritto di opzione, unitamente alla relativa documentazione, per la sottoscrizione dell’aumento del capitale sociale.

Oggi il CDA provvederà ai riscontri del caso. Se positivi, i fantasmi svaniranno, altrimenti si tramuteranno in spettri ben più complessi da scacciare.

Un’altra città che da un punto di vista sportivo non se la sta passando affatto bene è Andria. A distanza di cinque anni, i federiciani tornano a rivivere l’incubo del fallimento.

Un recente comunicato della società ha ribadito che, nonostante lo sforzo economico da parte della proprietà, che ha garantito l’iscrizione al nuovo campionato e le garanzie necessarie per la fidejussione, non ci sono state le risposte sperate da parte della comunità andriese.

Andria poco “Fidelis”, dunque? Assolutamente no, e su questo aspetto garantisce anche Federico II di Svevia.

Il prode imperatore, di ritorno dalla sesta crociata, fece scolpire sulla porta Sant'Andrea la celebre frase: “Andria fidelis, nostri affixa medullis; absit, quod Federicus sit tui muneris iners, Andria, vale, felix omnisque gravaminos expers”.

Andria fedele e legata alle nostre midolla, ossia fino in fondo al cuore.

Il popolo andriese pur di salvare la squadra starebbe pensando ad un azionariato popolare. Il 16 luglio si avvicina, la speranza si assottiglia ed è l’ultima a morire, mentre i “pezzi” pregiati sono andati perduti. Come Matera, prelevato dal Potenza.

A proposito dei lucani, ci risulta che anche Marco Piccinni, dopo quattro stagioni, potrebbe lasciare Andria per approdare proprio al Potenza.
Ed altri calciatori starebbero pensando di trasferirsi altrove.

Ma ricordate, cari lettori, come direbbe Sid Hudgens di L.A. Confidential, è una notizia di prima mano, molto ufficiosa. Resti tra noi e quindi: zitti, zitti…”

 

Raffaele Garinella- Agenzia Stampa Italia

 

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