Sisma: Professor Boschi -“Rischio scossa devastante. L’antisismico l’abbiamo inventato noi ma continuiamo a raccoglier morti.”

Enzo boschi mod(ASI) – A 24 ore di distanza dalla prima scossa di terremoto che alle 3:36 ha devastato i paesi del reatino e del marchigiano, continuano le operazioni di soccorso. Nell’incertezza generale di bilanci ancora non definitivi e di numeri ancora drammaticamente poco chiari, suona come un terribile monito quello lanciato oggi dal sismologo Enzo Boschi. Secondo il professor Boschi le popolazioni colpite non sono ancora al sicuro e punta il dito contro le mancanze della politica.

Lo sciame sismico e le scosse a coppie

Il Professor Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha lanciato il terribile monito già nelle ore immediatamente successive alle prime scosse che nel corso della notte avevano devastato i paesi di Amatrice e Accumoli. “Si rende necessario porre grande attenzione nei prossimi giorni perché in queste zone spesso avvengono forti scosse a coppie, ossia si ripete una seconda scossa forte nella stessa zona e uguale alla prima” – ha affermato Boschi. “A fronte di questo alto rischio, non bisogna entrare negli edifici che sono rimasti in piedi prima di un accurato controllo di tecnici ed esperti della Protezione Civile”- ha avvertito Boschi. A tal proposito il professor Boschi ha citato quanto avvenne durante il terremoto dell'Emilia Romagna. In tale occasione “si ebbe, a distanza di pochi giorni, una forte scossa uguale alla prima e di fatti la maggior parte delle vittime si ebbero proprio a causa della seconda scossa poiché molte persone entrarono negli edifici ancora in piedi senza preventivi controlli sulle strutture”. Ed in effetti lo sciamo sismico continua tutt’ora ad interessare le zone colpite. Dalla prima scossa di magnitudo 6.4 della notte del 24 agosto, sono state oltre 460 le scosse di terremoto che hanno interessato le aree colpite. Di queste ben 10 hanno raggiunto o superato la magnitudo 4. L’ultima poco prima di mezzogiorno di oggi che ha portato ad una momentanea interruzione delle operazioni di soccorso.

Il rischio sismico degli Appennini

“L'area appenninica in cui è avvenuto il terremoto del 24 agosto è un area ad alta pericolosità sismica, probabilmente la più pericolosa d’Italia per rischio terremoti” – ha precisato il professor Boschi. “Si tratta della stessa area sismica degli eventi de L'Aquila e dell'Umbri0 – Marchigiano del 1997. Sono tutte zone ad alto rischio sismico che hanno registrato di recente violenti terremoti e sciami sismici”. A tal proposito il professor Boschi ha citato dati che parlano chiaro: negli ultimi due anni l’area era stata continuamente interessata da eventi sismici di entità medio – lieve. Ulteriore sgomento desta la comparazione tra i dati degli ultimi anni e i dati storici della regione. Già nel XVII secolo un sisma altrettanto devastante aveva raso al suolo le stesse aree interessate dal sisma del 24 agosto 2016.

La scuola “sicura” di Amatrice

Le distruzioni maggiori hanno riguardato i paesi di Amatrice e di Accumoli. In questi due paesi le stime dei dispersi e delle vittime continuano ad essere ritoccate verso l’alto. In entrambi i casi la distruzione è stata pressoché “totale” come riportato in un tweet dallo stesso sindaco di Amatrice. Le devastazioni non hanno però riguardato solo le strutture più antiche, come chiese o castelli, o come l’orma tristemente famoso Hotel Roma di Amatrice, edificato alla fine dell’800. A scioccare è stata la caduta di edifici di progettazione e realizzazione moderna. In tal senso il simbolo di questa inaspettata distruzione è divenuto la scuola Romolo Capranica di Amatrice. La struttura, che raggruppava in se le scuole materne, elementari e medie, era stata inaugurata nel 2012 con lo slogan “una scuola sicura”. La ricostruzione dell’edificio scolastico era stata fortemente voluta dalle istituzioni locali che, con fondi pubblici, sia locali che nazionali, ne avevano realizzato l’adeguamento proprio per evitare il rischio di crolli sulla scorta dell’ondata di sdegno che aveva accompagnato il crollo della Casa dello Studente durante il sisma de L’Aquila del 2009. Eppure l’edificio si è comunque sbriciolato già alla prima scossa di terremoto di magnitudo 6.4 del 24 agosto. Le successive scosse hanno completato la distruzione della Romolo Capranica, ormai ridotta ad un pericolante ammasso di macerie. Dato che il terremoto è avvenuto nel corso di una notte d’agosto, l’edifico era vuoto e quindi non vi sono state vittime, ma le polemiche già infuriano. “E se il terremoto avesse colpito di giorno, e magari di mattina, a metà settembre?”: queste, ed altre, sono le domande che agitano i cuori e le menti di molti residenti. Proprio per dare risposta a questi interrogativa le autorità giudiziarie hanno disposto il sequestro di quel che resta della struttura che avrebbe dovuto, nelle intenzioni progettuali, resistere a scosse di entità ben superiore.

L’accusa del Professor Boschi e le statistiche dell’ENEA

“Servono scelte politiche chiare, precise e rigorose”- non usa mezzi termini il professor Boschi. Secondo l’eminente sismologo la scuola di Amatrice rappresenta il simbolo del “malcostume” italiano. “Un edificio antisismico, costruito a norma e realizzato a regola d’arte, non può cadere per una scossa di magnitudo 6.4 indipendentemente dal punto d’origine del sisma”- ha spiegato Boschi. Alla domanda se ritiene che l’edificio in questione possa essere stato realizzato con volute omissioni progettuali o peggio, con dolose mancanze costruttive sia a livello di materiali che di tecniche edili, il professore ha risposto –“Non so se ci sia stato dolo, ma quanto meno c’è stato errore nella fase progettuale e anche in quella costruttiva, così come sono certamente mancati i dovuti controlli”. L’ex presidente dell’INGV ha poi rincarato la dose affermando –“La costruzione antisismica l’abbiamo inventata noi italiani. Le tecniche costruttive antisismiche utilizzate in paesi come gli Stati Uniti o il Giappone, ma anche in Turchia e nell’est europeo, sono per la maggior parte frutto, diretto o indiretto, del lavoro di scienziati, ingegneri e tecnici italiani. Eppure siamo sempre proprio noi in Italia a dover raccogliere morti dalle macerie”. A sostegno della tesi del professor Boschi è arrivata in mattinata anche l’impietosa statistica dell’ENEA. Secondo l’autorevole ente, nonostante l’alto rischio sismico della penisola italiana, il 70% degli edifici pubblici e privati, non è a norma antisismica, o non potrebbe superare i controlli e le perizie tecniche.

L’esempio virtuoso di Norcia

“A riprova di quanto affermo circa le capacità di resistenza di edifici realizzati secondo le norme antisismiche, basta fare l’esempio di Norcia. Il piccolo borgo umbro ha lamentato ingenti distruzioni in seguito al sisma del 1979. A seguito di quell’evento era stata avviata la ricostruzione e l’adeguamento alle norme antisismiche allora vigenti. In seguito, durante il terremoto del 1997, le distruzioni furono più contenute rispetto a quello del 1979. Ci furono comunque vittime e danni ma in scala minore. La bontà della ricostruzione successiva al 1997 l’abbiamo vista già dalla prima scossa della notte del 24 agosto. Norcia dista in linea d’aria circa 14km dall’epicentro del sisma, ed è stata interessata da buona parte delle scosse successive, alcune delle quali di magnitudo 5, che sono state avvertite fino a Roma. Eppure, nonostante ci siano stati danni, anche estesi, al patrimonio storico e artistico, come le lesioni alla basilica benedettina, le costruzioni, tanto quelle recenti, quanto quelle oggetto dei dovuti adeguamenti, hanno riportato danni trascurabili. Il risultato è stata la totale assenza di vittime, la preservazione della vita umana, e quindi la possibilità di tornare in tempi rapidi alla vita di tutti i giorni” – ha concluso il professor Enzo Boschi.

Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia

Scuola Romolo Capranica di Amatrice

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Veduta aerea di Amatrice

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