Conducendo una ricerca su un campione di giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni, si viene a capo di una crescente conoscenza del vocabolario e della storia inglese, e questo a primo impatto sembrerebbe essere un buon dato, tuttavia incompleto vista la crescente “ignoranza” per ciò che concerne alcuni vocaboli e storia del proprio Paese. Per non parlare poi dello stile di vita; mutato moltissimo anch’esso soprattutto con l’avvento dei cosiddetti fastfood americani, che propongono pasti nocivi, ricchi di grassi saturi che a lungo termine possono portare gravi conseguenze a livello fisico. L’hamburger prende il posto del sano pasto all’italiana, il termine inglese “ok” si sostituisce al nostro “va bene”, halloween è divenuta la festa principale rispetto a ognissanti e sempre più spesso arriviamo al punto di non riuscire a trovare sinonimi italiani a quei termini inglesi che tanto fanno tendenza, come “location” oppure “trendy” e così via. Sorge spontanea dunque una domanda; come è mai possibile una tale espansione della lingua straniera e ancor peggio della cultura d’oltre oceano, quando si ha la fortuna di vivere in un Paese tanto imperfetto, ma ricco di storia e tradizioni? come si può scappare così da un Paese che ha dato vita ai migliori artisti e poeti tanto studiati ai giorni nostri? Come si può rinnegare chi siamo in modo così povero di orgoglio? Quando la situazione ha iniziato a sfuggire di mano diventando così inevitabilmente drastica? Potremmo discutere per ore e ore ma la conclusione è soltanto una; il senso di appartenenza alla propria patria è andato svanendo in modo così veloce che senza neanche accorgercene siamo arrivati al punto di parlare meglio l’inglese che l’italiano, a dispetto di chi ha sacrificato la propria vita molti anni prima di noi per farci essere un Paese migliore, unito, ma soprattutto a dispetto di chi avrebbe voluto un’Italia potente e fiera delle proprie origini.
Erika Cesari - Agenzia Stampa Italia