(ASI) Perugia – Come ne dà notizia la pagina ufficiale su Facebook, il 20-21 Febbraio si è svolta nei pressi di Perugia la prima riunione nazionale di Azione Identitaria. Presenti per l’atto di costituzione erano le delegazioni provenienti dal Triveneto, dall'Emilia-Romagna, Lombardia, Campania ed Abruzzo, ospiti del nucleo militante dell'Umbria.
Il movimento Azione Identitaria si prefigge il rilancio dell’”identità” su scala locale, nazionale ed europea. Nei giorni seguenti la fondazione, Agenzia Stampa Italia ha raggiunto il reggente di Azione Identitaria Federico Fregni, il quale ha gentilmente rilasciato ad A.S.I. un’intervista.
Azione Identitaria in quale forma si è costituita? E’ un’associazione o un movimento politico?
Federico Fregni: «Siamo una comunità militante, con finalità che spaziano dalla promozione culturale in senso identitario alle azioni dimostrative, dall'ecologia alla metapolitica.».
Quali sono i suoi valori fondanti e verso quali obbiettivi tende la vostra organizzazione?
Federico Fregni: «I valori fondanti di Azione Identitaria sono quelli del patriottismo, declinato in senso totalizzante e inteso come amore per la nostra terra e per la cultura dei popoli autoctoni costituenti la nazione italiana. L'amore per la Terra dei Padri si traduce nella difesa della memoria storica, dell'ambiente naturale come del paesaggio umano: una difesa in chiave costruttiva, volta al futuro e mai verso la malinconica e retorica celebrazione del passato. Il nostro campo d'azione riguarda qualsiasi forma di difesa e di promozione del valore dell'Identità contrapposto ad ogni forza disgregante come possono essere le varie forme di globalismo economico o politico-ideologico.».
Per quale motivo avete sentito l’esigenza di creare questa realtà politica?
Federico Fregni: «Perché non esiste attualmente niente di simile, essendo la nostra chiamata all'azione un qualcosa di non ripetibile, più simile ad una vocazione che non alla progettazione “scientifica” di una forza politica, fase razionale che pur è stata presente in un secondo momento. Lo affermiamo in totale serenità, senza voler sminuire nessun altro movimento politico o culturale, perché tante sono le forze che stanno finalmente schierandosi per la difesa della Forma dall'informe e per impedire la scomparsa, anche fisica, di tutto ciò che conosciamo ed amiamo. Osservando la situazione politico-culturale italiana, europea e mondiale, abbiamo percepito una sensazione di buio, e semplicemente abbiamo acceso la luce, quella che amiamo chiamare la Fiaccola dell'Identità.».
Perché utilizzate i colori giallo e rosso? Che significato ha il vostro simbolo?
Federico Fregni: «Il giallo e il rosso sono stati scelti in quanto sono i colori caldi del fuoco e dell'oro, i colori più associati all'identità romana. Ancora oggi vessilli regionali e cittadini di tutta Italia, come quello del Veneto e gli emblemi storici della Romagna, di Bergamo ed ovviamente della Roma di oggi, riprendono questi colori così cari alle nostre radici più profonde. Il simbolo all'interno del cerchio è la lettera etrusco-italica C (pronunciata come c o k), iniziale della parola cinèsi, dal greco kinesis, ossia azione\movimento. Questa lettera venne introdotta per la prima volta negli alfabeti europei dalle antiche popolazioni d'Italia, e diede origine alla quinta lettera dell'alfabeto runico, kenaz\kano, con il significato di Torcia\Luce\Fiamma, rimandando alla nostra Fiaccola dell'Identità, che illumina la notte della Storia.».
Si legge nei vostri scritti e documenti che Azione Identitaria propone l’”identità” come nuova rivoluzione. Che cos’è l’identitarismo?
Federico Fregni: «Identitarismo è riconoscere al centro di noi stessi tutto ciò che ci ha formati come individui: radici etniche, storiche, culturali, il rapporto unico con la nostra terra; è l'agire di chi sente che quanto è ereditato dagli antenati e dal rapporto con i propri luoghi patrii rappresenta la base di partenza per qualsiasi tipo di cammino: quello dell'evoluzione etica o culturale di un individuo come l'organizzarsi politico di una intera comunità. L'essere umano non esiste in quanto tale, né un individuo può formarsi da solo: l'uomo è una entità comunitaria, sociale. La famiglia, la comunità, la nazione, la stirpe sono forme naturali del suo essere. Non sono prigioni, ma dimore. Non si può conoscere ed amare il mondo senza conoscere sé stessi e l'identitarismo prende coscienza di sé come ideologia e prassi soltanto quando, all'interno del mondo culturale occidentale, concetti così scontati e radicati nell'intera umanità sono stati oggetto di un attacco senza precedenti.».
Diresti che esistono differenze tra l’identitarismo e il nazionalismo?
Federico Fregni: «Sono fenomeni che nella storia culturale e politica europea sono spesso confusi, avendo radici simili, eppure diversissimi. Quello che oggi chiamiamo “identitarismo”, termine che si è diffuso da circa vent'anni, ha come antecedente storico recente il patriottismo romantico dei moti spontanei di riscossa popolare che nel corso dell'800 sollevarono interi popoli contro le velleità imperialiste di questa o quella potenza internazionale. Nazionalismo, invece, è il culto della potenza statale, politica o bellica, di uno Stato-Nazione. L'identitarismo\patriottismo non nega lo Stato, ma lo concepisce come strumento della Nazione, intesa come realtà trascendente e immanente, non come sinonimo di essa o al peggio come fine ultimo di una comunità umana.
I nazionalismi ed altre ideologie possono essere più o meno identitari, possono affrontare il tema dell'identità, ma l'identitarismo è di natura pre-politica e più-che-politica, e tende a sfuggire alle logiche della contrapposizione ideologica come da gratuite rivalità rapaci tra popoli: il suo unico avversario ideologico si manifesta soltanto quando sentiamo affermare che l'identità sarebbe un pericoloso limite alle potenzialità umane, una limitazione, un costrutto sociale limitante da irridere, perseguitare, bandire per sempre.».
Qualcuno potrebbe maliziosamente affermare che per i propositi di cui vi fate portatori, per i riferimenti culturali e per un certo tipo di linguaggio, in realtà non siete altro che l’ennesimo gruppo di estrema destra o comunque orbitante nella variegata galassia neofascista.
Federico Fregni: «E' molto probabile, perché quarant'anni almeno di castrazione di ogni strumento atto a ragionare e comprendere la nostra cultura hanno evidentemente dato i loro frutti (marci). Come dicevamo sopra, diverse ideologie hanno affrontato tematiche identitarie. Tra queste vi è sicuramente una parte discreta dei fascismi storici e dei neofascismi. Siccome un quadrato è un rettangolo, ma il rettangolo non è per forza un quadrato, bisogna ricordare che l'identitarismo declinato come ideologia e prassi, precede i fascismi nella sua forma patriottica storica. L'amor di Patria, la difesa della famiglia, della continuità storica, la volontà di preservare confini, differenze, ritmi, volti, colori e suoni viene considerato “estrema destra”, in quanto questo termine è funzionale alla demonizzazione di idee che fino a pochi decenni fa erano condivise dalla quasi totalità degli europei appartenenti alle più svariate ideologie politiche. I neofascismi hanno la particolarità storica di aver continuato a ribadire alcune tematiche identitarie, con risultati alterni, mentre si avviava l'instaurazione del pensiero unico mondialista ed anti-identario. Patriottismo, sovranità nazionale, volontà di continuità storica tra una generazione e quella successiva sono stati, sono, valori talmente profondi e connaturati nella nostra cultura, da essere stati considerati come valori e di natura pre-politica da gran parte delle ideologie e correnti storiche. I più accesi contestatori sociali, fino al primo quindicennio postbellico, difficilmente attaccavano la famiglia, l'amore per la propria terra e per la propria gente: era pressoché impensabile. Ci furono, ed esistono, eccellenti patrioti socialisti, liberali, comunisti in tutta l'Europa. Oggi, però, tutte queste ideologie, riassumibili in modo anche troppo schematico nelle tre posizioni storiche, sono essenzialmente disinnescate, tutte ridotte a tribù sottoculturali o sfumature addomesticate dal pensiero unico, per tanto un sentire identitario deve raccogliere l'eredità umana e politica di chiunque abbia incarnato un agire conforme alla preservazione della nostra forma etno-culturale, e farsi prassi politica esso stesso. Senza indugiare sulle singole fasi della nostra Storia, senza cadere in nessun tipo di nostalgismo.».
Avete dei riferimenti politici in Europa a cui guardate o vi ispirate?
Federico Fregni: «Probabilmente nessuno, in quanto se esistesse una forza che potesse incarnare la rinascenza della civiltà europea, essa avrebbe un potenziale così dirompente da poter squarciare in un attimo l'apatia e la disperazione sommessa dilaganti. La galassia della “nuova destra” francese, dal Front National al Bloc Identitaire, che utilizza il termine “identitario” già a partire dal suo nome, ha al suo interno numerose figure valide, politici ed intellettuali. Ammirevole è la resistenza alle prepotenze dell'Unione Europea da parte del presidente ungherese Viktor Orbán, di pari passo a quella di alcune forze identitarie greche. La nostra simpatia va anche verso i movimenti populisti (nel senso nobile del termine) del mondo austriaco, verso forze identitarie che vanno affermandosi nella Scandinavia devastata dall'incubo multiculturale; minor stima hanno per noi certi nazionalismi acerbi di alcuni paesi dell'Est Europa, ancora categorizzati da logiche pre-Muro. Particolarmente incoraggiante, senza cadere nel tranello del vedere l'erba del vicino come la più verde, è la situazione russa, dove la quasi totalità dello spettro politico tende a concordare sui temi dell'identità e della sovranità territoriale. Il Partito Comunista della Federazione Russa è curiosamente più vicino alle nostre posizioni in tema di identità nazionale, immigrazione e famiglia, rispetto a qualsiasi movimento della galassia post-comunista occidentale. Questo a riprova che c'è bisogno di una realtà metapolitica, di un impeto della vera cultura, volto a disinnescare la trappola del considerare l'Identità come un valore desueto, proprio di ideologie specifiche o legato ad eventi storici considerati deprecabili.».
In Italia esistono vari movimenti, associazioni, soprattutto in dimensione “territoriale” che, come voi, portano avanti il concetto dell’Identità, sparsi un po’ in tutto il territorio nazionale. Ambite a far diventare Azione Identitaria come forza coagulante e unificante di tutti questi molteplici movimenti?
Federico Fregni: «Sì, per fortuna esistono altri movimenti identitari, oppure movimenti che si occupano anche di tematiche identitarie, diffusi in varie zone della penisola. A pelle, senza negare la stima personale verso le persone che li animano, citerei Legio Subalpina, una giovane realtà piemontese, e Domà Nünch, storica realtà locale lombardo-insubre, prima ad aver introdotto il concetto di eco-nazionalismo, ma sono tante le realtà che potremmo qui nominare. Con alcune abbiamo contatti di amicizia, con altri c'è soltanto stima sulla fiducia. Una parte di questi sono movimenti che hanno saputo riportare sui binari del patriottismo quello che era l'autonomismo regionale, salvando questo nobile filone dall'indipendentismo del portafoglio proprio di certo “identitarismo fiscale” (la cui inadeguatezza, al netto di qualche pregio derivante più che altro dall'abissale mediocrità degli avversari, è stata ampiamente messa alla prova, persino in veste governativa). Se questa unità ideale potrebbe un giorno manifestarsi in confederazioni, federazioni, alleanze, unioni, è ancora presto per poterlo affermare, essendo la nostra una realtà giovanissima: più che unità d'intenti a parole, magari condite da sigle altisonanti, preferiamo di gran lunga un'unità di principi ed azioni.».
Invero in Italia esiste già un movimento che si fa portatore dell’identitarismo, ovvero “Generazione Identitaria” che si ricollega direttamente all’omonima “Génération Identitaire” francese. Esistono dei rapporti con Generazione Identitaria e quali sono le differenze con essa tanto che vi hanno portato, a voi, a creare un altro gruppo identitario invece che ad aderirvi?
Federico Fregni: «Molti sanno che tutto il gruppo dirigente di Azione Identitaria viene da Generazione Identitaria, che è stata l'ultima esperienza dei due terzi dei nostri militanti fondatori. Un'esperienza che non nascondiamo, che non rinneghiamo e che rappresenta una delle nostre radici recenti, che ha lasciato una notevole eredità nell'approccio estetico e nel tipo di attività. Non potrebbe essere diversamente, visto che Generazione Identitaria è anch'essa una realtà giovane, che alcuni di noi hanno frequentato, a diverso titolo, fin dalla sua fondazione. Le profonde differenze che ci impediscono di aderire a quel movimento sono di natura tanto organizzativa che ideale, benché ci sia alla base della nostra nascita una comune ispirazione estetico-metapolitica alle modalità militanti degli identitari francesi.».
All’infuori dall’ambito identitario, vi proponete anche un’eventuale collaborazione con altre organizzazioni politiche per obiettivi comuni, organizzazioni della destra radicale o patriottiche più in generale?
Federico Fregni: «Seguiamo con interesse diversi movimenti che si riferiscono all'autonomismo regionale, al patriottismo italiano, al socialismo in chiave nazionale. Più che al condividere in toto le idee di questi gruppi, ammiriamo in essi diverse azioni volontaristiche, iniziative culturali e lucidità nel trattare alcune tematiche che nel nostro movimento sono trattate marginalmente. Anche alcuni movimenti considerabili di “destra radicale”, o destra sociale che dir si voglia, svolgono attività che non possono che vederci favorevoli: attività ecologiche, di volontariato, presidi sulla sicurezza e contro l'imposizione dell'immigrazione extraeuropea di massa. Noi non chiudiamo la porta a nessuno per partito preso.».
Quindi seguendo quanto da te detto, con gli ambienti dell’estrema sinistra Azione Identitaria non potrebbe in nessun modo collaborare?
Federico Fregni: «Se come “estrema sinistra” intendiamo tutto il guazzabuglio degli ex-marxisti riscopertisi liberali convinti e più realisti del re, è molto difficile immaginare punti di contatto. Nella decadenza totale del già decaduto euro-marxismo, l'unica concordanza di quella galassia esplosa di micro-movimenti, sembra proprio essere nell'odio per la cultura europea, nella negazione dell'identità e nella tendenza verso fantascientifici paradigmi secondo cui qualsiasi istituzione o tradizione altro non sarebbe che un (deleterio e pericoloso!) “costrutto sociale”. Forse con il vasto mondo della “sinistra ecologista” potrebbero esserci maggiori punti di contatto, relativi a battaglie specifiche... Se invece ci riferiamo ad una minoranza di pensatori che partono dal socialismo o dal marxismo stesso, per ritornare a posizioni patriottiche e sovraniste, il discorso si fa diverso e – pur nella nostra lontananza dal pensiero di Marx – più interessante. In ogni caso, nella neolingua orwelliana del Sistema, anche queste frange sono considerate... “estrema destra”!».
Non siete una realtà confessionale, ma anzi aperta a tutti coloro che vogliano difendere le radici italiane indipendentemente dal credo religioso. Però il vostro massimo modello spirituale e – se vogliamo – anche religioso, rimane Roma. O non è così?
Federico Fregni: «Infatti, non siamo un movimento confessionale, e riteniamo che la dimensione religiosa, in questa particolare fase storica, sia ormai racchiusa nell'intimità di ognuno. Difficilmente, ora come ora, una qualsiasi fede può rappresentare un fattore di unione in chiave identitaria e comunitaria, mentre rimane invariato il valore interiore che le religioni possono trasmettere alle persone e alle famiglie. In ogni caso, la natura del movimento è laica, ma non laicista. Quella che è la dimensione culturale e storica delle vicende spirituali del nostro popolo ci sta profondamente a cuore, nella misura della difesa del nostro patrimonio culturale, che è l'unica dimensione in cui Azione Identitaria si occupa del sacro. Il laicismo e il materialismo sono altresì da noi rifiutati perché alla Patria, ai confini, alla Famiglia, agli Antenati, agli Eroi, alla santità delle memorie umane e dei paesaggi naturali diamo un valore che non è scorretto definire spirituale, benché non di natura confessionale. Per quanto riguarda la civiltà romana, vista sia nella sua dimensione storica che in quella dei valori e dell'etica, essa è per noi al centro dell'identità italiana, o addirittura europea. Roma è stata, o meglio è, la forza fondante della nostra Nazione, ciò che permette a genti anche piuttosto diverse, abitanti una delle terre più sfaccettate d'Europa, di farsi un unico destino storico. Roma è quell'unicità, un qualcosa di più rispetto alle comuni origini europee o indo-europee dei popoli a noi consanguinei: per i nostri Avi essa è una I-Dea, un Mito che si fa Storia. Roma per noi è dimensione sovra-religiosa: è il cuore ed il centro di una identità, e chiunque la riconosca in sé stesso ne fa parte a pieno titolo. Gli italico-romani, intesi come popolo, avevano anche una loro tradizione religiosa, la cui eredità è tuttora fortissima nella nostra tradizione italiana: Azione Identitaria non se ne occupa a nessun titolo che non sia la tutela delle nostre radici storiche, come per qualsiasi altra forma religiosa che riguarda, o ha riguardato, le nostre terre.».
Avete obbiettivi elettoralistici?
Federico Fregni: «No, nessuno. Riteniamo l'iter elettorale totalmente inutile per gli obbiettivi che ci prefiggiamo, soprattutto con l'attuale sistema. Stiamo inoltre valutando, in fase di costituzione legale del movimento, di inserire tra i requisiti di militanza l'impegno a non candidarsi per nessun partito salvo una delega unanime del consiglio direttivo e dei due terzi dell'associazione. Riteniamo che le competenze pratiche e teoriche, e l'innalzamento ideale, che si possono sviluppare in un movimento identitario non debbano essere messe al servizio di un sistema elettorale che tende a svilire ogni idea e a corrodere anche chi, con le migliori intenzioni, cerca di combatterlo con i suoi stessi mezzi. Azione Identitiaria, allo stesso tempo, non amando le imposizioni e non curandosi delle eventuali convinzioni dei suoi militanti, non spinge verso il voto o il non voto. Semplicemente, non se ne occupa.».
Chi può aderire ad Azione Identitaria?
Federico Fregni: «Il tesseramento è rivolto a tutti gli italiani di buon cuore, sinceramente patrioti ed innamorati della nostra terra, di ogni età ed estrazione sociale. L'adesione ad Azione Identitaria non preclude il tesseramento ad altre associazioni, movimenti di vario genere, partiti politici, quando questi non siano in aperta contraddizione con i nostri valori, purché ci si impegni a non candidarsi elettoralmente per nessun partito politico. Cittadini stranieri possono richiedere di tesserarsi quando di origine italiana o europea.».
All’interno di Azione Identitaria, gli iscritti che cosa saranno chiamati a svolgere?
Federico Fregni: «Le nostre attività sono tante quanti gli aspetti dell'Identità. Importantissima la propaganda, individuale e quotidiana oppure organizzata su base regionale con volantinaggi ed affissioni. Le azioni dimostrative sono un altro aspetto importante del nostro movimento, specialmente per i più giovani. L'amore per la nostra terra si traduce in costante impegno ecologico a tutela del territorio, che viene ripulito, sorvegliato e battuto dai nostri militanti, che già lo esplorano e lo vivono attraverso escursioni, campi nel bosco, pratica delle tecniche di sopravvivenza. Particolare importanza ha la formazione culturale, attraverso conferenze, videoconferenze, incontri, dibattiti, visioni di film, programmi di lettura guidata. Vogliamo che le competenze, pratiche e culturali, che si acquisiscono con la militanza, siano interiorizzate e messe in pratica nella vita quotidiana, facendo sì che i nostri militanti possano essere sempre più degli esempi viventi di un mutamento antropologico possibile, orientato verso l'etica tradizionale delle infinite generazioni che ci hanno preceduto, attualizzata nel tempo che viviamo. Non si pensi che tra noi ci sia quella cupa seriosità che tanto va di moda nel mondo del cosiddetto “tradizionalismo”: cultura e tradizione sono anche i canti e i balli della nostra immensa tradizione italiana ed europea, i fuochi nel bosco, gli scherzi goliardici, la satira che contraddistingue il genio del nostro popolo, ed in genere la migliore arma contro l'ingiustizia: il sorriso ed un cuore mai gravato.».
Dove siete presenti nelle varie regioni d’Italia? Come vi può raggiungere un ipotetico interessato? Avete un sito internet o pagine sui social network?
Federico Fregni: «Siamo presenti ed organizzati in Friuli, Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Campania, Abruzzo, in fase di organizzazione in Trentino Alto-Adige, Lombardia, Piemonte, Marche con interessati e simpatizzanti residenti in gran parte d'Italia. Siamo presenti su facebook, con una pagina nazionale e diverse pagine regionali. A breve inaugureremo un sito ufficiale su wordpress, contenente tutte le informazioni necessarie sulle nostre idee ed attività, oltre che un blog sempre aggiornato contenente scritti, riflessioni, articoli, documenti. Per qualsiasi informazione potete contattarci scrivendo ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ».
Quali sono i vostri obbiettivi nel breve periodo? Farete proseliti, organizzerete volantinaggi presidi e manifestazioni?
Federico Fregni: «Sicuramente un obbiettivo primario è quello di organizzare un nucleo militante, anche non eccessivamente numeroso, in tutte le Regioni, e di aprire alcune sedi nelle province dove siamo già radicati. Abbiamo in programma volantinaggi, in particolare nelle scuole ed università, azioni dimostrative, affissioni, campi di formazione ed incontri culturali. Partecipiamo volentieri, dando il nostro contributo, ad eventi organizzati da altre associazioni, movimenti e comitati. Non appena avremo costituito l'associazione politico-culturale a supporto della comunità, organizzeremo presidi e manifestazioni, alle quali ci aspettiamo altrettanta partecipazione.».
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia