(ASI) - La Federal Reserve (Fed) con un comunicato ufficiale, ha annunciato di aver ridotto il tasso d’interesse di riferimento di 25 punti base, portando il target range dei federal funds al 3,50–3,75% (forbice minima e massima, all’interno della quale il tasso può oscillare).
Si tratta del terzo ribasso consecutivo avvenuto nel corso dell’anno. Il ribasso rappresenta una riduzione del costo del denaro deciso dalla banca centrale. Quando la Fed abbassa i tassi, ottenere soldi in prestito diventa meno oneroso per le banche, e di conseguenza per le imprese e le famiglie. L’effetto che ne deriva è lo stimolo diretto dell’attività economica, poiché credito e investimenti risultano quindi più accessibili.
La scelta della Fed è stata effettuata in base all’evoluzione dei dati macroeconomici: l’attività economica infatti, mostra segnali di rallentamento e il mercato del lavoro presenta segni di indebolimento, mentre l’inflazione resta sopra l’obiettivo del 2% della Fed. Il FOMC, l’organo della Fed che decide la politica monetaria, ha pertanto operato un aggiustamento volto a sostenere la domanda e il mercato del lavoro.
La reazione dei mercati è stata immediata: i listini azionari hanno fatto registrare un’immediata risposta positiva, mentre i rendimenti obbligazionari a breve termine sono calati, in accordo con il ribasso dei tassi. Sebbene il taglio sia stato interpretato come sostegno alla crescita, la Fed ha comunque segnalato la possibilità di una pausa nei ribassi qualora i dati economici migliorassero. L’analisi dei dati macroeconomici derivanti dalle decisioni della Fed, richiede infatti tempo: la risposta del mercato e dei consumatori è stimata in qualche settimana e in base a quanto empiricamente osservato, si valuta se continuare a tagliare i tassi, aumentarli o confermarli.
Riguardo la votazione, nel comunicato è stato specificato che non è stata unanime: il taglio è passato con il sostegno della maggioranza dei membri, ma alcuni esponenti hanno tuttavia espresso il loro dissenso, adottando un atteggiamento più cauto, manifestato attraverso la votazione sulla conferma dei tassi.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia


