(ASI) La Commissione Permanente del Congresso Nazionale dell'Honduras ha denunciato i brogli elettorali nelle elezioni del 30 novembre condannando al contempo “l'inaccettabile ingerenza” del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, accusato di coercizione e manipolazione della volontà popolare.
La Commissione ha emesso una nota nel quale ha anche annunciato che non convaliderà il risultato elettorale.
La dichiarazione è stata letta dal Presidente del Congresso, Luis Redondo; l'ingerenza di Donald Trump è stata condannata “nei termini più forti possibili”. Le dichiarazioni rilasciate dal presidente degli Stati Uniti, 72 ore prima delle elezioni del 30 novembre, hanno minacciato e fatto pressioni sui cittadini honduregni, interrompendo il libero esercizio del suffragio, secondo i parlamentari.
Le dichiarazioni rilasciate il 26 e 28 novembre sono considerate una minaccia diretta al popolo honduregno e una flagrante violazione dei principi democratici e del diritto internazionale.
Redondo ha sottolineato che l'ingerenza mirava a influenzare il voto attraverso pressioni, disinformazione e condizionamenti economici, oltre a concedere la grazia politica all'ex presidente Juan Orlando Hernández, condannato per traffico di droga, come “merce di scambio elettorale”.
“Questo – ha aggiunto il Presidente del Congresso - rappresenta un atto di coercizione senza precedenti contro la sovranità di un Paese al mondo, che attenta alla dignità e all'autodeterminazione dell'Honduras e viola la Carta dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa). Questa Carta stabilisce chiaramente che nessuno Stato o gruppo di Stati ha il diritto di intervenire, direttamente o indirettamente, per qualsiasi motivo, negli affari interni o esterni di qualsiasi altro Stato”.
In virtù di ciò la Commissione Permanente del Congresso Nazionale ha respinto la convalida di un processo definito “viziato” da pressioni interne provenienti da strutture della criminalità organizzata, in particolare dal narcotraffico legato alle bande MS-13 e MS-18, tra le altre. La Commissione ha inoltre denunciato il sistema di Trasmissione Preliminare dei Risultati Elettorali (Trep), che presentava irregolarità che favorivano il sistema bipartitico in Honduras, coincidenti con registrazioni audio presentate come prova nelle denunce attualmente in corso di esame da parte della Procura.
Redondo ha affermato che l’Honduras non accetterà interferenze straniere di alcun tipo, in particolare quelle che mirano a imporsi sulla volontà popolare e ad alterare l’esito naturale delle elezioni. Un popolo sottoposto a minacce non può votare liberamente, e pertanto le elezioni tenute in tali condizioni mancano di piena validità democratica e legale.
La Commissione Permanente del Congresso Nazionale ha affermato che difenderà la Costituzione, la sovranità e la volontà democratica del popolo honduregno da qualsiasi tentativo di manipolazione o intervento esterno.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia



