(ASI) Roma. - "La sentenza del 25 novembre emessa dalla Corte di Giustizia Ue stabilisce che uno Stato dell'Unione deve riconoscere un matrimonio tra persone dello stesso sesso contratto in un altro Paese Ue.
Attenzione, deve riconoscerlo, non si tratta solo della possibilità di farlo. Il governo non può venirci a dire che l'Italia potrebbe rispettare la sentenza riconoscendo ad una coppia sposata all'estero l'istituto dell'Unione civile, deve riconoscere il matrimonio contratto all’estero così come accade per gli altri matrimoni. Infatti, quando una coppia italiana legata da Unione civile va a vivere oltreconfine, gli altri stati europei non equiparano quell'istituto al matrimonio. L'Italia riconosce il matrimonio tra persone di sesso diverso contratto all'estero, non può compiere la discriminazione di non riconoscerlo se stipulato tra persone dello stesso sesso: un matrimonio è tale a prescindere e non sono ammesse discriminazioni. Tantomeno sono ammesse in un Paese, l'Italia, che scivola sempre più in basso tra quelli che in Europa garantiscono i diritti delle persone LGBTQIA+. Su questo tema sono in ballo cose molto importanti per la vita di una coppia, parliamo ad esempio dei diritti legati alla genitorialità, all'assistenza sanitaria, alla successione e alla previdenza. Almeno per questa volta il governo Meloni non si sottragga ad una sentenza di un organo giudiziario". Lo afferma la deputata M5S Gilda Sportiello commentando l'interpellanza urgente a sua prima firma discussa oggi nell'aula della Camera.
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