Canonizzazione Giovanni XXIII e Giovanni  Paolo II: due papi concelebranti  e due papi Santi

(ASI) Piazza San Pietro: Oltre 800 mila persone presenti in Piazza San Pietro, Via della Riconciliazione e nelle zone limitrofe hanno assistito nella giornata di ieri  alla cerimonia di canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Quattro papi in un unico evento, due concelebranti e due santi.

 

Sembra uno sciogli lingua, invece si tratta di un accadimento senza eguali, nella giornata di ieri infatti non solo Papa Francesco ha proclamato Santi due Pontefici molto amati dal popolo cristiano e non solo, ma la cerimonia presieduta dallo stesso Bergoglio ha visto come concelebrante il Papa emerito Benedetto XVI. Mai accaduto nella storia della Chiesa che due papi concelebrassero la Canonizzazione di altri due predecessori, forse perché prima d’ora non era mai accaduto che un Pontefice rassegnasse le dimissioni. Ad ogni modo l’evento di tiratura mondiale ha attirato a Roma oltre 800 mila persone, presenti alla cerimonia anche  35 delegazioni  governative ai massimi livelli.

La messa ha avuto inizio intorno alle dieci di ieri mattina, tra gli 800 concelebranti anche Benedetto XVI accolto al suo ingresso sul sagrato da un’interminabile scroscio di applausi, a rendere omaggio al Vescovo emerito di Roma sono stati anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e la sua consorte.

Durante la celebrazione la piazza gremita di fedeli resta in silenzio, un silenzio quasi irreale e ascolta le parole di Papa Francesco che nel corso dell’omelia ha affermato, riferendosi ai due nuovi Santi “non hanno avuto paura di chinarsi sulle piaghe di Gesù , quelle ferite che sono il segno permanente dell’amore di Dio per noi”.  Ora finalmente i cristiani che tanto hanno voluto la proclamazione di santità Wojtyla e Roncalli potranno rivolgersi a loro nella preghiera attribuendogli l’attributo di Santi.

 Poi Bergoglio ha affermato  “San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II hanno avuto il coraggio di guardare le ferite di Gesù, di toccare le sue mani piagate e il suo costato trafitto. Non hanno avuto vergogna della carne di Cristo, non si sono scandalizzati di Lui, della sua croce, non hanno avuto vergogna della carne del fratello, perché in ogni persona sofferente vedevano Gesù” due uomini coraggiosi li definisce Papa Francesco “pieni di Spirito Santo, e hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, nella sua misericordia”. Poi dice “non dimentichiamo che sono proprio i santi che mandano avanti e fanno crescere la Chiesa. Nella convocazione del Concilio Giovanni  XXIII ha dimostrato una delicata docilità allo Spirito Santo, si è lasciato condurre ed è stato per la Chiesa un pastore, una guida guida – guidata. Questo è stato il suo grande servizio alla Chiesa, per questo a me piace pensarlo come il Papa della docilità allo Spirito Santo”, poi aggiunge “in questo servizio al Popolo di Dio San Giovanni Paolo II è stato il Papa della famiglia… così lui stesso, una volta, disse che avrebbe voluto essere ricordato, come il Papa della famiglia. Mi piace sottolinearlo mentre stiamo vivendo un cammino sinodale sulla famiglia e con le famiglie, un cammino che sicuramente dal Cielo lui accompagna e sostiene”.

Poi la preghiera di Bergoglio a Wojtyla e Roncalli, “che entrambi questi nuovi santi Pastori del Popolo di Dio intercedano per la Chiesa affinchè, durante questi due anni di cammino sinodale, sia docile allo Spirito Santo nel servizio pastorale alla famiglia - prosegue - che entrambi ci insegnino a non scandalizzarci delle piaghe di Cristo, ad addentrarci nel mistero della misericordia divina che sempre spera, sempre perdona, perché sempre ama”.

Si conclude dunque una cerimonia, che forse rappresenta essa stessa l’ennesimo miracolo di due delle figure più importanti della Chiesa, che ancora una volta hanno avvicinato ad essa e a Dio migliaia di persone da tutto il mondo, migliaia di fedeli e non solo che in un giorno di festa per tutti hanno deciso di compiere il loro pellegrinaggio verso Roma, tutto questo in nome di Dio e della fede che li unisce ad esso.

 

Erika Cesari – Agenzia Stampa Italia

 
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