Vienna. Nucleare iraniano: negoziati prolungati a novembre fra il gruppo dei 5 Paesi + 1 e la Repubblica Islamica

(ASI) Vienna - Prima del termine fissato per il  20 luglio 2014, la Repubblica Islamica dell'’Iran e il Gruppo dei “5 Paesi +1"  (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Russia, Cina e Germania).

hanno trovato  un'intesa che  prolunga fino al 24 novembre 2014 l’accordo interlocutorio raggiunto a Ginevra (Svizzera) il 23 novembre 2013 ed è entrato in vigore a gennaio 2014. 

Il nodo da sciogliere è riconoscere da parte delle potenze  occidentali e dell'Onu il sacrosanto diritto alla Reppublica Islamica dell'Iran di sviluppare energia nucleare per scopi prettamente civili. Infatti l'Iran non cela la volontà di tendere al raggiungimento di un grande obbiettivo: rendere la nazione indipendente dal punto di vista energetico. Ma allo stesso tempo l'Iran è anche un attore di primaria importanza mondiale per le considerevoli risorse naturali che detiene.  Viceversa, il Gruppo dei "5P+1" teme che le tante centrifughe nucleari di cui l'Iran vuole dotarsi possano servire, in verità,  per costruire ordigni atomici. La verità  è che Israele, per un verso, e le mulltinaziomali che controllano il mercato dell'energia del pianeta, dall'altro, non vogliono permettere che le nazioni che considerano "nemiche" possano diventare autosufficenti dal punto di vista energetico e potenti politicamente. Così come vogliono impedire che i Paesi non amici si dotino di armamenti tali, da condizionare gli equilibri geostrategici planetari e i loro immensi affari.

Altrimenti, non si spiegherebbe il motivo per cui ad Israele è permesso di avere circa 200 testate nucleari. E nessuno fa nulla per smantellare il potenziale atomico di Tel Aviv. Un trattamento diverso riservato ad Israele che merita di essere compreso fino in fondo. Infatti, deve farci riflettere il motivo per cui ad Israele è concesso il pericoloso possesso di ordigni nucleari senza considerare poi che questa cosa possa mettere a rischio la pace. Inoltre, lo stato ebraico non è stato mai sottoposto a controlli da parte degli organismi internazionali competenti e dall'Onu. Come non risulta nessun provvidimento restrittivo adottato nei confronti di Israele. Nemmeno che il governo di Tel Aviv, per l'arsenale atomico che dispone, sia stato colpito da sanzioni. Nè ci sono state risoluzioni dell'Onu a riguardo, né interventi militari della Nato. Le risposte stanno non solo nel modo diverso in cui vengono giudicate a livello internazionale le nazioni che sviluppano energia atomica "amiche e nemiche" . Ma anche nella capacità di rendersi conto a chi sono in mano, da chi vengono controllate realmente le enormi risorse naturali.  Chi le gestisce per fare con esse enormi affari.

Il tutto sintettizzato dal pensiero del politico statunitense di origine ebrea Zbigniew Brzezinski , teorico dell'espansione ad Est della NATO, già dagli anni settanta per neutralizzare in quel periodo la potenza mondiale dell'impero sovcietico. Sembra la stessa strategia oggi per limitare quella della Russia . Da notare la continuità storica del vecchio progetto e coincidenza con la politica internazionle attuale con un'Ucraina che entrerà nella Ue e poi nella Nato. Zbigniew Brzezinski nel suo libro La Grande Scacchiera afferma che chi detiene le risorse energetiche, le cui maggiori riserve vengono individuate in Asia, governerà il mondo. Una chiave di lettura per capire le vere strategie geopolitiche che si celano dietro la politica internazionale.

Niiger September - Agenzia Stampa Italia

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