(ASI) Roma – Dal 2019 l’Europa ha deciso di mettere al bando i prodotti in plastica monouso, che verranno rimpiazzati da materiali sostenibili: le disposizioni sono contenute in una direttiva della Commissione Europea, già approvata da Consiglio e Parlamento Ue.
“Troppi gli oggetti in plastica che, una volta utilizzati, non vengono smaltiti come dovrebbero, spesso finendo direttamente in mare: l’85 per cento dei rifiuti che si trovano nei fondali, è costituito proprio da questo materiale” – afferma il presidente in commissione Agricoltura, Filippo Gallinella che aggiunge, “basti sapere che, ogni minuto, nel mondo vengono acquistate 1 milione di bottiglie di plastica e solo una piccolissima parte viene riciclata. E l’Italia non è da meno. Il 96 per cento dei rifiuti galleggianti nei nostri mari è plastica che col tempo si frammenta, senza mai dissolversi del tutto, causando un pericolo ancor più insidioso: le particelle possono essere ingerite prima dal plancton e poi, via via, da tutti gli anelli della catena alimentare. Per contrastare tale fenomeno – prosegue Gallinella – una soluzione potrebbe essere quella di utilizzare il fermo-pesca allo scopo di finanziare i pescherecci per il recupero di rifiuti marini, cosa attualmente impraticabile dato che raccoglierla comporterebbe loro una serie di oneri. Non scordiamoci, poi, delle reti da pesca fantasma abbandonate nei mari che vagano silenziose continuando a catturare pesci e altri organismi: anche in questo caso, andrebbero previste reti totalmente biodegradabili. Intanto – conclude Gallinella – ben venga la proposta di legge anticipata dal ministro dell'Ambiente Costa, per consentire ai pescatori il recupero della plastica in mare e attivare così un circolo virtuoso della sostenibilità ambientale”.
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