Cittadella-Perugia 2-0. Errore arbitrale, infortuni e limiti strutturali: il Grifo si smarrisce in Veneto.

SR7 1568falzeranoASI(ASI) Cittadella. Il danno è dolore, la beffa è anche peggiore. E, per completare la sintesi in rima, non  c’è rimedio se poi  di tuo aggiungi qualche errore. Cantiamo in versi la sconfitta rimediata dal Perugia a Cittadella perché la partita forse si può spiegare meglio con immagini sfumate, perché le analisi tecnico razionali non bastano. Il primo tempo ha visto il Perugia tenere palla  più e meglio del Cittadella, ma senza mai pungere.

E gli episodi chiave sono girati sempre in favore dei veneti. Prima, un errore clamoroso di Iemmello, che su palla rubata da Melchiorri ad Adorni, si inserisce e non trova di meglio che sparare addosso a Paleari in uscita. Poi, al 39’,il primo rigore fischiato da Illuzzi di Molfetta. Su lancio lungo verticale, Rosi è in vantaggio su Diaw, ma si fa quasi sopravanzare. Tra i due c’è contatto. Rosi trascina giù Diaw, ma il tutto avviene nitidamente fuori dell’area:  l’arbitro però fischia rigore tra lo stupore di tutti e, peraltro, non applica il regolamento perché avrebbe dovuto espellere, non solo ammonire, Rosi. Goretti dalla panchina protesta e viene espulso. Diaw si incarica della trasformazione e fa centro con un tiro forte, ma centrale e quindi parabile. Uno a zero e il Perugia si chiede perché. Cerca la reazione. Ma non c’è tempo, si va al riposo. Alla ripresa Cosmi sostituisce un evanescente Konate, carente in entrambe le fasi e certo condizionato da un giallo preso dopo appena 4’, ma ancora non pronto per gestire le chiavi del centrocampo.  Il Cittadella sfonda subito a destra, cioè dalla parte di Nzita, subentrato ad un Benzar inconcludente sulla fascia. Da quella parte nasce l’azione e il corner che provocano il secondo rigore, questo ineccepibile a termini di regolamento, per un fallo di mani di Mazzocchi. Il quale, dall’altra parte, non ha fatto granché, pur con l’attenuante di essere contromano. La difesa, confermata nel trio Rosi-Angella-Sgarbi, tanto per proseguire la serie degli episodi-no, perde i primi due per infortunio.  Dopo poco più di venti minuti Angella è costretto ad uscire per un problema muscolare al flessore (la mancanza è pesante) e lo stesso accadrà a Rosi nel finale. Questi due infortuni, uniti all’acido lattico che gli impegni ravvicinati stanno accumulando nelle gambe dei grifoni, hanno frenato la rincorsa del Perugia, che comunque si è visto solo dopo lo 0-2, aumentando il rammarico per quello che avrebbe potuto fare anche prima. La scossa la dà soprattutto l’ingresso di Buonaiuto al posto di uno spento Iemmello. Buonaiuto, buona l’intesa con Melchiorri, tenta la rete  due o tre volte. Ma non basta, perché il Perugia deve fare maledettamente i conti con la ormai cronica fatica a segnare, un dato strutturale che di per sé non può supportare eccessive ambizioni.  Tante le attenuanti, dunque, come detto, ma queste non possono nascondere i limiti che la squadra ha. Tra i quali, spicca quello della regia, perché Carraro è l’unica opzione praticabile, stante la non maturità di Konate e l’addio anticipato di Greco. Cosmi, che ha ridato un’anima ai grifoni, tra infortuni, squalifiche e carenze strutturali dovrà districarsi con molta fantasia per preparare la partita col Pordenone.

Daniele Orlandi-Agenzia Stampa Italia

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