(ASI) - Al termine della prima giornata di incontri con le delegazioni dei partiti, il presidente del Consiglio ha raccolto una lunga serie di indicazioni e suggerimenti.
Il nodo irrisolto però resta sempre lo stesso: Di Maio vuole il ruolo da vicepresidente del Consiglio mentre il Pd pretende quel ruolo per un suo esponente. Nel M5S la questione ha assunto dei contorni che rischiano se non di far partire il Conte2 di minarne la stabilità. A Palazzo Chigi per ora si resta sulla linea dei due vicepremier, Di Maio e Zingaretti. La soluzione che potrebbe proporre Conte è di rinunciare ai vicepremier lasciando al Pd il ruolo da sottosegretario alla presidenza del Consiglio ma Di Maio non ci sta. Fedele all'impegno decisionista assunto con il Capo dello Stato, Conte ha fatto capire di voler risolvere il nodo in autonomia qualora non si arrivi ad un'intesa. Una delle ultime idee sarebbe quella di proporre al M5S la nomina di Riccardo Fraccaro a vicepremier affiancandolo ad un altro vice del Pd: Andrea Orlando.
La decisione finale sulla rosa di nomi la darà la piattaforma Rousseau e potrebbe risolvere a Di Maio molti problemi. Nel Pd invece le acque sono meno agitate.
Ciò che però comincia ad innervosire i dem sono i tempi che si è dato il presidente del Consiglio. L'eventualità che Conte non riesca a presentarsi la prossima settimane alle Camere per il voto di fiducia, agita il Pd. ll rapporto tra i due è costante e segna un cambiamento rispetto al passato quando Di Maio interloquiva direttamente con Salvini via telefono o chat privata. Anche la questione dei ministri, come del programma, viene gestita direttamente dal segretario del Pd con Conte.
Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia