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L' “evoluzione” delle principesse Disney … quando è la fiaba ad assumere sfumature realistiche

(ASI) E' una vera e propria rivoluzione quella che vede protagonista la 'principessa Disney' che, dismessi gli abiti di fanciulla sognatrice e sottomessa, per la prima volta, sembra riflettere l'immagine dell'attuale teenager.

Non più la favola intesa come evasione dalla realtà, ma piuttosto come proiezione di un sistema che ci appartiene e che ci tiene ancorati alla dimensione reale. Sembra quasi che sia la fiaba ad adeguarsi ad una realtà in cui le nuove generazioni femminili hanno  altri modelli di riferimento, dettati dal desiderio di emancipazione e di trasgressione.

Basta accendere la TV per veder scorrere le immagini di ragazze vestite con abiti succinti che vengono paparazzate con calciatori e altri personaggi dello spettacolo, attirando le luci dei riflettori su di loro. Le ragazzine che assistono a queste immagini distorte vengono raggiunte da un messaggio ingannevole e illusorio e si convincono di doversi  'mostrare' emancipate per potersi affermare. Anche la fiaba sembra spalancare le porte alla realtà 'moderna' e i sogni, un tempo desideri di felicità, si tramutano in squallida realtà.

Chi di noi non ha da sempre associato il nome Disney all'immagine della principessa che attende, con spirito fatalista, di essere salvata dal principe azzurro?? E quanti di noi trascorrono ancora le domeniche pomeriggio a rivedere i classici cartoni che ci hanno fatto compagnia quando eravamo bimbi, concedendo spazio ai nostri sogni e alla nostra immaginazione!? Ma, se fino a poco tempo fa, il modello di riferimento era rappresentato dall'immagine di Biancaneve (nata cinematograficamente nel 1937), di Cenerentola e della Bella Addormentata nel bosco, dallo scorso  5 settembre è arrivata nelle sale cinematografiche italiane una rivoluzionaria principessa dai capelli rossi e dalla personalità straripante. Si tratta di Merida, protagonista del nuovo cartoon Pixar ,“Ribelle- The Brave” che ci cala nei magici paesaggi scozzesi di epoca medievale.

La colonna sonora è cantata dall'italiana Noemi, mentre il cast di voci originario comprende attori della saga di Harry Potter come Kelly Mc Donald, Julie Walters, Emma Thompson e Robbie Coltrane.

Anche la Disney ha scelto di stare al passo con i tempi, puntando su un personaggio 'fuori dagli schemi' tradizionali nel quale le nuove generazioni possano immedesimarsi e che riesca a 'bucare lo schermo' anche grazie all'utilizzo delle più avanzate tecniche digitali del 3D.

Ma ciò che maggiormente colpisce e non convince di quello che, comunque, possiamo definire un nuovo capolavoro è la violenza di alcune immagini. Se da una parte il rinnovato copione che non prevede la storia d'amore coinvolge ed entusiasma, dall'altra sembra destare qualche preoccupazione perché conduce ad un immediato e brusco impatto con la realtà e propone ai piccini un modello troppo lontano da quello fantastico e disincantato che appartiene alla loro età.

La principessa Merida, infatti, non è la classica fanciulla da difendere ma un'abile guerriera da temere, convinta di poter cambiare il proprio destino e di poter affermare la propria identità.

Come ogni fiaba che si rispetti anche l'ultimo colossal Disney inizia con la pretesa da parte della nobile famiglia di Merida di decidere quale debba essere il futuro della giovane, dandola in sposa al vincitore di una gara di tiro con l'arco. Ma, in questo caso, la principessa si ribella alle convenzioni del tempo, riuscendo a vincere il torneo di cui lei rappresentava il premio e scegliendo così di non sposarsi.

Questa decisione scatena l'ira della madre e costringe la giovane a rifugiarsi nel bosco: qui incontrerà una strega che le procurerà una pozione magica per rendere più docile la regina, ma questo incantesimo sortirà effetti inimmaginabili.

Anche il tipo di rapporto conflittuale che Merida instaura con una  madre che la vorrebbe a sua immagine e somiglianza e che cerca di sottometterla alla propria volontà sembra 'non passare di moda' .  Oggi potremmo associare la figura della regina Elinor alle mamme moderne ed emancipate che sognano per i propri figli un futuro da professionisti affermati e che, il primo giorno di scuola, li accompagnano sin dentro la classe per assicurarsi che l' amato bimbo possa sedersi nello stesso banco in cui, tempo addietro,  si erano sedute loro.

Ad oggi, il confine tra fiaba e realtà ci appare molto sottile, quasi impercettibile; le immagini di violenza, la trasgressione, l'emancipazione e la progressiva perdita di femminilità sono ricorrenti e sembrano non concedere spazio alla fantasia dei più piccoli. Ma basta poco per non far svanire il sogno … basta prendere in mano un libro, unico strumento di evasione e comprendere che i protagonisti e gli inventori delle fiabe siamo noi!

 

Maria Vera Valastro – Agenzia Stampa Italia

 

 

 

 

 

 

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