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La legislazione, il mercato, i professionisti: tre sguardi sulla professione del comunicatore

(ASI) Dal 10 al 12 maggio la città di Perugia ha ospitato la manifestazione dedicata alle figure dei comunicatori, organizzata da AssoProCom (Associazione Professionale dei Comunicatori) e rivolta a professionisti, aziende, studenti e operatori.

 

In data 11 maggio, presso la Sala d’Onore della Giunta Regionale di Palazzo Donini, si è tenuta una tavola rotonda sul provvedimento approvato il 19 aprile alla Camera riguardo alla regolamentazione delle professioni non ordinistiche (svolte in Italia da tre milioni e mezzo di professionisti) e volto a liberalizzare le professioni per modernizzare il Paese.

A discuterne sono stati la senatrice Anna Rita Fioroni (Pd), l’onorevole Ignazio Abrignani (PdL), relatore della proposta di legge “Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi”, Gabriele Rotini, coordinatore nazionale Cna Professioni; Giorgio Berloffa, presidente Fac e Presidente nazionale Cna Professioni; Giorgio Mencaroni, Presidente UnionCamere Umbria; Fabrizio Bracco, assessore alla Cultura della Regione Umbria. Ad introdurre e a fare da moderatore, il giornalista Federico Fioravanti (direttivo AssoProCom).

Degni di nota gli interventi della senatrice Fioroni e dell’onorevole Abrignani. Come ha dichiarato la senatrice l’idea di regolamentare le professioni non ordinistiche è nata qualche decennio fa ed è stata oggetto di tentativi legislativi che non hanno avuto fortuna, perché inizialmente si pensava di uniformare in un contesto unitario le professioni ordinistiche con quelle non regolamentate. Questo percorso, però, non avrebbe portato ad alcuna soluzione, poiché i due sistemi procedono parallelamente e non risultano essere sovrapponibili. Si è stabilito, dunque, di separare i due percorsi, proponendo una serie di disegni di legge fino ad arrivare all’approvazione alla Camera di quello che rappresenta la sintesi delle diverse proposte. Il disegno di legge in questione è in arrivo al Senato ove sarà sottoposto ad esame. L’esigenza di prendere in considerazione questo progetto nasce dalla consapevolezza di quanto sia importante in questo momento storico di crisi e di scarse prospettive professionali, creare un mercato regolamentato, in cui i numerosi professionisti affermati ma non ancora riconosciuti possano far valere i propri diritti attraverso una certificazione di competenza e possano sentirsi in tal modo alla pari degli altri soggetti.

L’esistenza di professioni non regolamentate, infatti, fa si che chiunque possa dichiararsi professionista di un determinato settore pur non possedendo la formazione o i requisiti specifici; ciò determina il proliferare di un mercato di operatori ‘fai da te’, che creano danno ai lavoratori qualificati e un grave rischio per coloro che hanno bisogno di servizi efficaci.

La caratteristica fondamentale del disegno di legge sulla regolamentazione delle professioni non ordinistiche riguarda il sistema parallelo che si andrà a creare e che sarà volto a sviluppare dei meccanismi di certificazione di competenze in modo assolutamente volontario. Il lavoratore sceglierà liberamente se aderire ad una associazione composta da professionisti e, sulla base di percorsi stabiliti da un ente di normazione, l’ UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione), che determinerà le norme tecniche, dovrà puntare al rilascio dell’attestazione di competenza.

Secondo UNI dal processo di formazione deriveranno benefici per l’utente (poiché sarà garantita la competenza del professionista), per il lavoratore (attraverso il riconoscimento istituzionale della professione) e per le organizzazioni che dimostreranno di collaborare con lavoratori qualificati.

Bisognerà adoperarsi anche per garantire una copertura previdenziale di queste figure professionali, sia dei dipendenti che dei lavoratori autonomi, per i quali il peso sarà maggiore e, allo stesso tempo, si cercherà di evitare che la questione contributiva possa rendere difficoltoso l’esercizio delle professioni in questione.

Solo attraverso un percorso di adesione a processi già avviati nel resto di Europa il nostro Paese sarà in grado di affacciarsi sulla realtà internazionale e di vedere riconosciute le competenze, le conoscenze e le abilità dei soggetti.

Maria Vera Valastro - Agenzia Stampa Italia

 
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