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Il Papato di Benedetto XVI segna una svolta nella storia della Chiesa Cattolica: per la prima volta nell'età moderna un Pontefice sceglie autonomamente di ritirarsi

 

(ASI) Benedetto XVI è il primo Papa nella storia più recente della Chiesa a scegliere autonomamente di ritirarsi stabilendo che il 28 febbraio sarà il giorno della sua morte simbolica.

 

Volge sorprendentemente al termine il papato di Benedetto XVI che, dopo quasi otto anni di incarico, decide di abbandonare il ministero pietrino, riconoscendo la propria incapacità di guidare la Chiesa. In tal modo il Pontefice sembra completare la riforma di Paolo VI, che in Concilio, stabilì per la prima volta nella storia della Chiesa che i vescovi si dimettessero a settantacinque anni e che i cardinali non entrassero in concilio dopo gli ottanta. Sulla stessa scia, Benedetto XVI ammette che un Papa, giunto ad una certa età, possa considerare la possibilità di una dimissione.

Era il 19 aprile del 2005 e il popolo dei fedeli, in attesa della fumata bianca, si preparava ad acclamare in piazza San Pietro il successore di Giovanni Paolo II. Alle ore 18.48 dello stesso giorno, il Cardinale Joseph Ratzinger, eletto Sommo Pontefice con il nome di Benedetto XVI, si affacciava alla Loggia esterna della Benedizione della Basilica Vaticana per salutare il popolo e impartire la Benedizione Apostolica “Urbi et Orbi”.

Oggi, 11 febbraio 2013, a distanza di quasi otto anni dalla Sua elezione al soglio pontificio, Benedetto XVI annuncia le proprie dimissioni.

Questa la dichiarazione di Papa Ratzinger di questa mattina, rilasciata durante il Concistoro per tre canonizzazioni.

“Carissimi Fratelli,

vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.

Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.

Carissimi Fratelli,

vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.”

Ma ripercorriamo il percorso di Benedetto XVI: fra gli uomini di alto livello del Vaticano Joseph Ratzinger, prima di diventare Papa, era stato di gran lunga il più aperto al confronto con i laici; ne fa fede una lunga serie di libri e dibattiti che hanno lasciato il segno. Nel giorno della sua elezione, però, Benedetto viene visto come un candidato di parte ed è lunga la lista di nomi dei possibili successori di Giovanni Paolo II.

Alla fine la scelta ricadde proprio sul cardinale tedesco che, secondo alcuni retroscena, confessò di aver visto avvicinarsi l'elezione come una 'ghigliottina', chiedendo a Dio di giungergli in soccorso. Sin dall'inizio il Pontificato fu dunque vissuto da Benedetto XVI come una grandissima difficoltà da affrontare.

A quest'ultimo Pontefice vanno senz'altro riconosciuti i meriti di validissimo teologo e predicatore, capace di indirizzare i fedeli sulla strada di Cristo, senza interpretare la religione come un pacchetto di dogmi, ma come momento di gioia. D'altra parte il periodo di Pontificato di Benedetto XVI verrà anche ricordato per le crisi con l'Islam, con il mondo dell'ebraismo, con quello della scienza e con lo stesso mondo cattolico.

Questo ultimo gesto rivoluzionario appare come capacità laica del Pontefice di leggere i doveri del proprio ufficio e come atto di grande onestà e coraggio. Ma cosa accadrà dopo? Quale sarà il futuro di un ex Papa? Benedetto XVI aveva ironicamente dichiarato: “Se Dio ha voluto come Papa un professore, forse era per porre in congiunzione la fede e la razionalità” e, non a casa i grandi filoni di cui Egli si era occupato riguardavano il rapporto tra fede e ragione (in un momento in cui spesso la fede dà luogo a fenomeni di irrazionalismo, di fondamentalismo e di terrorismo); l'importanza di Gesù per i cristiani e il rapporto con la cultura agnostica, tre campi di studio ai quali probabilmente il Pontefice continuerà a dedicarsi.

Certo è che in queste ore si respira un clima di confusione e attesa in piazza san Pietro, mentre è forte lo sgomento all'interno del Vaticano. Secondo le dichiarazioni di Ratzinger di circa un anno fa il Papa non solo avrebbe il diritto ma anche il dovere di dimettersi nel momento in cui si rende conto di non avere più le forze per portare avanti il mandato di Pietro.

Nonostante ciò, le dimissioni di Benedetto XVI arrivano come un fulmine a ciel sereno, di cui nessuno aveva avuto sentore all'interno della Chiesa... dalle ore 20.00 del 28 febbraio, Joseph Ratzinger non sarà più il rappresentante di Dio in terra e un nuovo conclave dovrà scegliere il suo successore.

A pesare sulla scelta del Pontefice sono state senza dubbio le precarie condizioni di salute; le lotte interne alla Chiesa di questi ultimi anni; il senso di inadeguatezza di un Papa teologo nel governare l'azione quotidiana della Chiesa e il desiderio di dare una scossa ad un'Istituzione che attraversa momenti difficili.

Ma cosa ne sarà della Chiesa e del Vaticano?? Quale il degno successore dell'attuale Pontefice?

In un momento piuttosto difficile per la Chiesa, che sta ancora cercando di far pulizia al proprio interno e di uscire dallo scandalo pedofilia che l'ha vista coinvolta non ci resta che attendere, nella consapevolezza che non sarà facile coagulare tutti i consensi e nella speranza che il nuovo rappresentante di Cristo possa prendere per mano i numerosi fedeli e accompagnarli verso la salvezza.

 

Maria Vera Valastro- Agenzia Stampa Italia

 


 
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