Intervista a Roberto “Roy” Dolce, il più famoso gigolò italiano

RobertoRoyDolceFoto2(ASI) Martinsicuro (Te) – La sera di sabato 17 giugno 2017 si è svolto presso il Ristorante Pizzeria “I Due Compari” sul lungomare di Villa Rosa di Martinsicuro, centro urbano marino in Provincia di Teramo, al confine con le Marche, una tappa del concorso di moda e cinema “Miss Meravigliosa of the Year”.

Fra i membri della giuria era presente il più famoso gigolò italiano, Roberto Dolce, in arte “Roy” che abbiamo avuto il piacere di intervistare:

Chi è Roberto Roy Dolce?

“ Roy ormai è un noto gigolò professionista Italiano da 15 anni, anche se credo di essere gigolò da sempre, visto la mia propensione verso le donne e il sesso. Sono sempre stato attratto dalle avventure sessuali e dai nuovi corpi femminili da esplorare, solo che ad un certo punto della mia vita ho capito che dovevo fare di questa passione un lavoro. Ho sempre incontrato donne, molte donne, ho un'attrazione fatale per le sconosciute. Mi stanco molto velocemente della stessa donna, e così fin da ragazzo, a parte una breve parentesi di fidanzamento, la mia esistenza è stata costellata da incontri brevi ed intensi. Quando ho capito che questo genere di vita era l'unica che mi dava forti emozioni ho cercato di farne un mestiere. Fin dai miei primi incontri mi sono reso conto che ero particolarmente portato per questo lavoro e negli anni ho affinato tecnica, marketing ed esperienza e man mano ha preso forma un nuovo io, “Roy Gigolo” “

Che vuol dire essere oggi un gigolò?

“Oggi la parola gigolò è un po’ ostentata da tutti, molti si etichettano con questo epiteto. Credo che gigolò si nasce, è una qualità intrinseca che ci portiamo dentro, è come saper dipingere o scrivere poesie, non esistono scuole per questo. Fare il gigolò è una vocazione, è un richiamo, non sei tu che decidi di fare questo mestiere ma è lui che si presenta a te sotto forma di occasione, e tu non devi far altro che farti trovare. Sono diventato gigolò grazie ad una donna che 15 anni fa mi affittò per far ingelosire suo marito e in qualche modo riconquistarlo, il mio lavoro consisteva nel corteggiarla mentre il marito ci osservava a distanza. Dopo questa occasione decisi che questo poteva essere un mestiere, il mio mestiere, così aprii un sito internet www.roygigolo.com e li ebbe iniziò la mia attuale professione da gigolò. Per rispondere alla sua domanda, una definizione universale potrebbe essere questa: Gigolo = uomo socialmente utile”.

Come è nata questa sua attività?

“In effetti fare il gigolò non era il mio sogno da bambino. Da piccolo non ricordo bene cosa volessi fare da grande, l'unica cosa di cui sono certo è che nella mia famiglia lavoro era sinonimo di fatica e sacrificio e questa cosa non mi è mai piaciuta, non volevo rassegnarmi al destino che pareva già scritto per me. Dopo gli studi di agraria ho fatto di tutto, dall'imbianchino all'operaio, ma qualsiasi lavoro “normale” era una gabbia insopportabile. Niente di ciò che mi circondava mi stimolava e così grazie al mio aspetto fisico ho cominciato a lavorare come ragazzo immagine e ballerino nelle discoteche. Sopravvivevo in qualche modo ai miei lavori diurni per poi trovare la mia vera dimensione e il divertimento di notte. Per una serie di circostanze assolutamente casuali e fortuite ho cominciato ad uscire con alcune ragazze di Riccione come “finto fidanzato” - venivo pagato per uscire a cena e andare a ballare, sesso non ce ne è stato, ma il fatto di venir retribuito solo per la mia presenza, mi ha fatto capire che potevo spingermi oltre e così è nata l'idea del gigolò. Ho aperto un sito internet e mi sono buttato nella mischia della rete, anche se a dire il vero all'epoca di gigolò praticamente non ce ne erano e ho cominciato a lavorare da subito visto che ero uno dei pochi che si proponevano in modo serio e professionale”.

Cosa cerca una donna da un gigolò?

“Normalmente una donna che mi contatta è sempre molto vaga, non succede quasi mai che chiedano esplicitamente del sesso. Ovviamente immaginano una giornata o una serata che si concluda in quel modo, ma desiderano che il rapporto sessuale avvenga in maniera naturale, che sia io a cercarlo. Non è nella natura della donna pretendere sesso e immaginare una cliente che arriva in camera da letto, si spoglia e comincia a fare sesso con me, così senza prima parlare, è quasi impossibile. Direi che cercano innanzitutto feeling, ascolto, complicità, comprensione, il sesso rimane un effetto collaterale, un completamento, un vortice, un finale che chiude il cerchio per poter vivere, sognare e girare ancora. Sono donne di varie estrazioni sociali ed età. Si va dalla classica moglie in cerca di uno svago, alla cinquantenne ancora piacevole che vuole sentirsi bella e desiderata, alla ragazza timida che vuole fare esperienza con un uomo più grande, la vergine che vuole perdere la verginità, la ragazza-donna famosa che non vuole complicazioni o essere scoperta, la moglie di un personaggio potente che vuole divertirsi senza sputtanarlo, la coppia voyerista ecc.. Sono donne della classe media, poche sono veramente ricchissime, lavorano e per uscire con me devono a volte risparmiare. Scelgono un'uscita con Roy anziché un week end con le amiche. E' come se io fossi una terapia, un‘evasione, una piccola vacanza, un vestito nuovo, un trattamento estetico”.

Quali sono le caratteristiche del gigolò perfetto?

“Un gigolò che si rispetti deve essere in possesso di caratteristiche fisiche, ma soprattutto mentali superiori alla media. Infatti non è obbligatorio somigliare al Richard Gere di American Gigolò, basta avere una bella presenza e, soprattutto, carisma e fascino. Le clienti che chiamano cercano una persona con savoir-faire che sappia presentarsi in pubblico, essere un abile e camaleontico intrattenitore. Ci sono molte donne che usufruiscono di questo servizio le quali sono disposte a pagare molto e, soprattutto, non cercano in un accompagnatore soltanto muscoli o avvenenza fisica, ma cercano una persona brillante, colta, che sappia fare conversazione, ridere, che conosca il bon ton e le buone maniere. Capire le donne è un arte, captare i loro messaggi subliminali, lo sguardo, l’espressione facciale, le parole pronunciate, quelle usate, le pause, i silenzi, è una caratteristica fondamentale per fare il gigolò. Alcune donne comunque rimangono un mistero per noi uomini, ma proprio per questo ci piacciono. Un uomo che sa capire le donne ha probabilmente una marcia in più, sa metterla a suo agio, sa parlare con lei e soprattutto guidarla verso nuove emozioni. Un gigolò degno di questo nome deve essere in possesso di queste caratteristiche psicofisiche, altrimenti non farà molta strada. Deve essere sensibile, lungimirante, originale, fantasioso, ironico e passionale, ma soprattutto deve essere in possesso delle tre “C” : cuore, cervello e caxxx”.

Ci parli dei suoi libri e delle sue apparizioni in televisione...

“Ho scritto due libri, “Un’immagine allo specchio” del 2010 e “Amore in contanti” del 2016.Visto il seguito avuto sto cercando di scrivere il terzo, una sorta di manuale per gigolò neofiti, consigli utili per fare questo mestiere, come pubblicizzarsi, come esporsi, che tipo di marketing usare nel web, ecc. Faccio il gigolò da molti anni ormai, ho raggiunto una buona popolarità sia tra gli addetti ai lavori che tra i media, i giornali, le televisioni, i social, ecc. L’esposizione mediatica mi ha aiutato molto ad emergere e a farmi conoscere. Una donna che ti vede per la prima volta in un salotto televisivo nazionale si fa subito un' idea positiva e professionale di te. Grazie al mio stile sobrio, elegante e pulito che mostro pubblicamente, ho conquistato un certo successo negli anni, sia nell'universo femminile che maschile. Ho partecipato e continuo a partecipare a molti talk show televisivi, “Maurizio Costanzo Show”, “La Vita in Diretta”, “Pomeriggio 5”, “Forum”, “Mattino 5”, “Le Iene”, “Torto o Ragione”, “Studio Aperto”, “Tg2”, “Piazza Pulita” e molti altri. Roy ormai è un nome conosciuto sia da donne che usufruiscono del servizio che da tutti quelli che fanno o vogliono fare i gigolò. Direi che la televisione e la carta stampata abbiano contribuito fortemente al mio successo, facendolo crescere in forma esponenziale, ma soprattutto mi hanno fatto conoscere alla massa di popolazione distratta la quale ignorava me e il mio mestiere. Sono stati i media, la carta stampata, la televisione, le riviste di gossip, ecc, che pubblicizzando il mio mestiere non hanno fatto altro che portarlo a conoscenza di tutti. Molte donne leggendo le riviste nei parrucchieri o guardando la televisione a casa hanno scoperto un mestiere come l’accompagnatore per donne che prima ne ignoravano l’esistenza, oppure non lo conoscevano così dettagliatamente come lo si conosce oggi. Questo grazie a chi si espone come me e anche grazie ai giornalisti e alle tante Tv nazionali e locali che mi hanno ospitato nelle loro trasmissioni per parlare di me e del mio mestiere”.


Ritiene che lo Stato Italiano debba riconoscere a tutti gli effetti come una professione l'attività del gigolò?

“Assolutamente favorevole alla regolamentazione della prostituzione, lo stato deve riconoscere il mio mestiere come un qualsiasi altro lavoro dato che esiste e tutti ne sono al corrente. Una prostituta volontaria deve avere il diritto - dovere di pagare le tasse ed avere in cambio la malattia e una pensione come una qualsiasi lavoratrice autonoma. Sto affrontando un contenzioso con l'agenzia delle entrate ormai da 4 anni. Non esiste una regime fiscale per il mio lavoro. L'attività di escort o di gigolò non è riconosciuta dallo Stato e la prostituzione non è tassabile. Lo Stato però attraverso alcuni escamotage e interpretando in maniera furba le leggi chiede a moltissimi “sex workers”, soprattutto alle donne, il pagamento di tasse arretrate. Se non si è in grado di provare in maniera inconfutabile come si sono guadagnati i soldi versati su un conto corrente, l'erario pretende la sua parte. E' un sistema ingiusto e vigliacco che colpisce spesso persone che sono costrette a lavorare molto di più del normale per riuscire a pagare cartelle esattoriali astronomiche. Mi batterò per regolamentare la prostituzione in Italia. Voglio pagare le tasse e pretendo che il mio lavoro sia riconosciuto. Questo è uno Stato ipocrita, che mi chiede le tasse ma non mette in regola chi pratica questo mestiere. Se lo Stato pretende una percentuale dei miei guadagni ricavati dalla prostituzione non fa altro che incorrere nel reato di sfruttamento della prostituzione, reato dopo l’abolizione nel 1958 delle legge Merlin. Se lo Stato nonostante tutto pretende ancora soldi, allora mi domando che differenza c'è tra lo Stato e un magnaccia?”.

Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia




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