(ASI) - Intervista a Ketty Carraffa , candidata alla Regione Lombardia nella lista Gori Presidente.
Domanda:
La Sua scelta di candidarsi in Regione, a fianco di Giorgio Gori, oltre ad essere chiaramente dettata dal bisogno di partecipare ad un rinnovamento politico nella conduzione della Regione Lombardia , da quale specifica finalità politica è sorretta?
Risposta:
Ho respirato Politica sin dalla pancia della mamma... i miei genitori, da sempre impegnati nel campo della difesa dei diritti dei lavoratori e della militanza politica, sono stati per me una fonte da sempre "naturale", dove attingere l'impegno per la militanza in una forza politica, con interessi specifici sui diritti delle donne e del lavoro. Sin agli anni 80, anche durante dopo gli studi, ho cercato di valorizzare le competenze acquisite nel mondo dell'Informazione e Comunicazione politica e sindacale, con la passione per tutto ciò che è legato ai mondi della Cultura, della Musica e dei Diritti sociali, in particolare. Giorgio Gori, candidato Presidente per la Regione lombardia, nelle elezioni del 4 marzo, mi ha scelta, per far farte della sua lista Gori Presidente e candidata al Consiglio Regionale, come rappresentante della società civile e portatrice di "messaggi" legati alle tematiche femminili, contro la violenza e discriminazione nei luoghi di lavoro.
Domanda:
L’essere attivista della CGIL Le consente - senz’altro - di apportare un valore aggiunto al Suo impegno politico: in che misura rimarca le radici storiche del Suo impegno politico e il Suo amore per le classi meno abbienti?
Risposta:
Ognuno di noi ha il suo background, riconosciuto da risultati e qualità d'intervento. In tanti anni di attività come lavoratrice precaria, dagli anni 90 sino al 2006, come fotoreporter, scrittrice, Opinionista tv e da sindacalista, ho avuto modo sia di provare sulla mia pelle tutte le difficoltà dovute alla mancanza di diritti, (per il fatto di essere anche una mamma single o senza il famigerato "posto fisso"), sia per l'esigenza di riuscire a dare una mano concreta alle tante donne che si sono rivolte a me, al sindacato (dove a Milano, ho svolto l'attività di Segretario della categoria dei Precari) o per raccontare storie di violenza familiare, in qualità di scrittrice e giornalista freelance.
Domanda:
Quali saranno i Suoi obiettivi prioritari quando rivestirà l’incarico di Consigliere Regionale?
Risposta:
La priorità sicuramente è di portare avanti le istanze delle donne che chiedono più servizi alla persona, alla famiglia e per realizzare progetti effettivi per contrastare la violenza di genere. Giorgio Gori, in questo senso, ha accolto la proposta degli Stati Generali delle Donne, di cui faccio parte, di attuare il cosiddetto Patto per le donne, qualora divenisse Presidente della Regione Lombardia. E' fondamentale, quindi, cambiare l'approccio alle politiche di genere nella nostra Regione: devono esssere più attive e non solo di assistenza "tecnica".
Domanda:
Si reclama , da parte dell’universo femminile , la necessita della partecipazione delle donne alla vita politica per renderla più aderente ai bisogni umani, in quanto permetterà di far vivere quella “cultura materna”, di cui la società attuale ha bisogno non solo per rinascere sul piano economico, ma soprattutto sul piano morale . Una Sua riflessione in merito. Quale forma di economia ritiene necessario far vivere nelle nostra Regione per renderla altamente produttiva?
Risposta:
Le donne faticano moltissimo ad entrare nel mercato del lavoro "alto", a rompere il cosiddetto "muro di cristallo", a irrompere con facilità in luoghi dove gli uomini fanno ancora la differenza. Occorrono non soltanto politiche in difesa della maternità (anche se alle donne, cosa che non accade agli uomini, al momento dei colloquio di lavoro, vengono ancora fatte le fatidiche domande: "E' fidanzata, ha intenzione di fare figli?"), ma anche incentivi a creare avanzamenti di carriera o nella creazione di start-up al femminile, vista la creatività e la grande forza produttiva delle donne e in special modo della ragazze ... Le donne si stanno rivelando, infatti, all'avanguardia nella realizzazione di progetti lavorativi in ogni ambito, con alte professionalità e competenze messe a disposizione della collettività e per la propria valorizzazione personale.
Domanda:
Quanto rilevante è per Lei il rapporto tra lavoro e creatività al fine di creare nuove forme di economia e, conseguentemente, nuove forme di lavoro.
Risposta:
Credo che sia fondamentale il legame tra ricerca, innovazione e progettazione di nuove idee. Avendo lavorato per 20 anni come precaria nella Comunicazione, io stessa ho dovuto reinventarmi molto spesso, in continuo aggiornamento professionale. (Ricordo con amarezza ma anche con grande positività, il periodo in cui le macchine fotografiche analogiche, hanno lasciato il posto di quelle digitali... per molti colleghi fu una tragedia, molti altri professionisti, come me, ne hanno colto una nuova occasione d'investimento professionale e personale. Le nuove generazioni, se hanno questo "spirito", hanno ancora più vantaggi, anche lavorativi, rispetto alle nuove tecnologie e l'utilizzazione dei "social".
Domanda:
L’ importanza che riveste per una donna come Lei, la quale si è impegnata attivamente sul piano dell’equità sociale, coniugare l’impegno politico con l’impegno sociale.
Risposta:
La Politica fa parte delle nostre vite. A me non piace l'indifferenza e tantomeno il qualunquismo della frase: "Sono tutti uguali"... Avere a cuore i diritti umani o sociali, dovrebbe essere la missione "palese" di chi fa politica attiva. Per tantissimi anni ho appoggiato candidature e ho lavorato dietro le quinte di politici che poi hanno deluso me e milioni di altre persone, per mancanza di coerenza e concretezza.
Domanda:
Perché votare Ketty Caraffa?
Risposta:
Bella domanda... forse perché da sempre amo i cambiamenti, le trasformazioni, la positività di nuovi orizzonti, dove la Politica risponde ai cittadini, senza false promesse, ma con fatti concreti.
Per questo, credo che il motto di Giorgio Gori: "Fare, meglio", sia effettivamente il più valido in queste elezioni del 2018 e a cui dovremmo essere chiamati a fare tutti... Anche chi non fa politica.