(ASI) I progressi compiuti dalla democrazia sono sotto attacco”in troppi luoghi, compresi negli Stati Uniti e in l'Europa”. Noi abbiamo il compito di difendere tali passi in avanti, poiché devono prevalere, al fine di adempiere alla funzione di “soddisfare i bisogni dei nostri popoli”.
E’ l’analisi effettuata, ieri da Joe Biden, durante il discorso che ha tenuto in occasione della sua partecipazione alla Conferenza di Monaco, incentrata sul tema della sicurezza internazionale. Lo ha riferito, nelle ultime ore, la Casa Bianca che ha diffuso alcuni estratti delle affermazioni pronunciate dal leader d’Oltreoceano. Quest’ ultimo ha elencato poi le sfide globali che l’umanità sta attraversando. Vi è, in primo piano, la pandemia legata al Coronavirus che sta generando gravi conseguenze economiche e sociali. Ha ammesso che le autocrazie non rappresentano, a differenza invece di quanto sostenuto da molti, una risposta efficace al fine di superare l’attuale momento di difficoltà.
Il presidente Usa parteciperà inoltre, a breve, ad una riunione con gli altri capi di Stato e di Governo del G7. Ribadirà, agli interlocutori, il rientro nell’accordo di Parigi finalizzato alla lotta contro i cambiamenti climatici e un impegno più sostenuto per la distribuzione dei vaccini anti – Covid e per fronteggiare le ricadute della malattia in termini di povertà. Porrà in risalto la fine dell’era “dell’America First” e dunque un maggiore sostegno nei confronti della Nato al fine di alimentare il dimenticato multilateralismo promesso in campagna elettorale. Il numero uno di Washington chiarirà che non desidera avviare “una nuova Guerra Fredda”, ma non nasconderà le “preoccupazioni” per gli atteggiamenti aggressivi di Russia e Cina volti a “mettere a rischio” i sistemi democratici, nel mondo, mediante soprattutto il mancato rispetto dei diritti umani. Il riferimento è alla vicenda dell’oppositore, di Vladimir Putin, Alexiei Navalny condannato da Mosca alla reclusione. C’è preoccupazione, in Occidente, anche per l’arresto di alcuni sostenitori del blogger che avevano partecipato a manifestazioni non autorizzate, dalle autorità competenti, in oltre 65 città della nazione dello Zar.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia