(ASI) L’unico elemento certo è che non succedeva dalla guerra sanguinosa, tra Iraq e Iran, combattuta tra il 198 0 e il 1988. Le sirene, che annunciano l’imminenza di raid aerei, sono suonate improvvisamente ieri sera nella parte occidentale di Teheran. Migliaia di cittadini hanno avvertito l’allarme, non sapendo esattamente quello che stesse accadendo.
Le autorità hanno provato a rassicurare che quanto udito era dovuto a non meglio precisati "problemi tecnici" definiti, da un funzionario del governo, come “errori di sistema”. Un’ infiltrazione d’acqua, per le copiose piogge, ha scaturito il roboante suono udito, ha sottolineato il direttore generale che si occupa di gestire le crisi nella capitale della Repubblica Islamica.
Tutto ciò sarebbe stato accompagnato anche dall' interruzione dell'elettricità nell'area e da non poche difficoltà per alcuni voli. Un aereo turco, che stava per atterrare nello scalo Imam Khomeini della città in concomitanza dell’ inaspettato evento, è stato dirottato su Baku. La scelta è stata necessaria, in base a quanto riferito da fonti locali, per il forte maltempo che imperversava nella zona e non per motivi legati alla sicurezza. Il mezzo, secondo voci non confermate, avrebbe domandato un atterraggio d’emergenza, per la presenza di anomalie a bordo, ma la richiesta non sarebbe stata accettata dalla torre di controllo. E’ tornato poi, nelle ore successive senza alcuna difficoltà, presso l’aeroporto della principale città della Repubblica Islamica dedicato alla Guida Suprema religiosa. Lo sbarco dei passeggeri è stato completato così senza alcuna ulteriori disavventure. La versione ufficiale dei fatti, riportata dai vertici degli Ayatollah, però non convince. Molti siti internet, tra cui quello dell’agenzia atomica del paese, sono stati oscurati nella notte. L’azione lascerebbe pensare ad un’ offensiva informatica, proveniente ad esempio da Israele, in seguito alle minacce dello Stato ebraico di colpire le installazioni volte a creare le condizioni per perfezionare e completare il suo programma atomico. Gerusalemme e Washington hanno inviato, nel Golfo Persico, numerosi mezzi bellici pronti a intervenire nel caso in cui arrivasse l’ordine di attacco. Le conseguenze potrebbero però essere gravissime, in termini economici e geopolitici, tanto per la regione quanto per l’intera comunità internazionale.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia