(ASI) Tutto lascerebbe supporre un possibile coinvolgimento della nemica di sempre, la Repubblica Islamica, che lo Stato ebraico sta cercando di abbattere in ogni modo possibile.
L’episodio potrebbe rappresentare un potenziale casus belli, cioè la “ciliegina mancante”, per generare il caos in Medioriente che andrebbe rapidamente oltre la regione. Una lettera che cita il "martire" Qassem Soleimani, comandante della Forza Quds dei Guardiani della rivoluzione islamica che ha perso la vita il 3 gennaio 2020 in un raid aereo Usa in Iraq, e' stata rinvenuta sul luogo dell'esplosione avvenuta, nelle ultime ore, nei pressi dell’ ambasciata israeliana a Nuova Delhi. La notizia è stata riferita oggi dal quotidiano locale "The Siasat Daily". La fonte ha precisato che l’epistola ha citato anche il "martire" Mohsen Fakhrizadeh, allora responsabile del programma nucleare della nazione degli Ayatollah, ucciso lo scorso novembre in un attacco armato nella provincia di Damavand. La missiva ha sottolineato che la deflagrazione ha rappresentato "solo un'anticipazione", lasciando intendere così la probabile esistenza di un progetto più ampio per danneggiare il governo di Gerusalemme e le sue strutture. E’ stato possibile apprendere, da ambienti investigativi, che la polizia di Nuova Delhi e' entrata in possesso di un video che ritrae due persone scendere da una macchina e avvicinarsi all’obiettivo. Il conducente del mezzo sarebbe stato identificato. Sono in atto tuttavia le ricerche dei complici. Il premier Benjamin Netanyahu ha inviato, sul posto, una squadra di investigatori per offrire il proprio contributo nell’accertare la dinamica di quanto è capitato. L’accaduto ha danneggiato alcune vetture, presenti nell’area, non provocando alcun ferito o vittima poiché, secondo la polizia, l’ “ordigno era improvvisato e a intensità molto bassa”. Ha distrutto così solo i finestrini di tre veicoli nelle immediate vicinanze. Il responsabile dell’ edificio oggetto dell’ azione ostile, Ron Maika, ha attribuito quest’ ultima al terrorismo. “E’ difficile dire – ha ammesso tuttavia ai giornalisti – chi si nasconde dietro”, evidenziando che proseguono le indagini per appurare la verità.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia