(ASI) Le due iniziative giudiziarie prese simultaneamente contro la Lega ed il suo premier rischiano di danneggiare seriamente la tenuta del Governo del cambiamento formatosi dopo le ultime elezioni politiche del 4 marzo.
Il sincronismo è quantomeno "singolare". Infatti, mentre la formalizzazione dell'accusa di sequestro di persone di un Ministro del Governo (Salvini) è immediatamente susseguente alla recentissima nota vicenda della nave Diciotti, la questione dei fondi della Lega, contestati dalla Magistratura, era sul tavolo di giudici fin dal 2002. Ma si è deciso (per motivazioni insondabili?) di passare alla fase esecutiva solo nel 2018 , dopo un iter di ben 16 anni. E questo, per un gran numero di italiani, resta incomprensibile. E' difficile convincerli che non si sia voluto dare una spallata all'Esecutivo e così favorire i partiti sconfitti nelle elezioni. Gli stessi partiti che godono tuttora della fiducia e dell'appoggio della Francia di Macron e della Germania della Merkel, anche se il PD è fortemente lacerato da conflitti interni. E tutto ciò suscita non poca inquietudine. Tutti sapevano di una prossima forte offensiva della Sinistra contro il Governo. Renzi lo aveva anticipato, promettendo un settembre di fuoco con diverse iniziative. Il punto è che la Magistratura, per la sua natura istituzionale, dovrebbe fare del tutto per non dare l'impressione di volere interferire con l'ambito politico. Purtroppo, la gente è portata a pensare diversamente. A torto? A ragione? Non spetta a noi dirlo. Certo è che la Magistratura, come organo di autogoverno, si trova in condizione d'inattaccabilità. Il Governo invece mostra tutta la sua fragilità, nonostante il suo potere sia stato legittimato dalla maggioranza degli italiani attraverso procedure democratiche. Una riforma della Magistratura, come è noto, fu tentata dai Governi Berlusconi. Senza successo.
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