L’andamento dell’epidemia da Sars-CoV-2, il bilancio dopo un anno, il confronto con l’Europa

situazionecovid(ASI) La prima ondata del Covid19 o Sars-CoV-2 ha colpito l’Italia in modo violento, questo accadeva un anno fa. Pesa il bilancio complessivo dei decessi. Al vertice della seconda mandata di contagi, nello scorso dicembre, il Paese superò di gran lunga le stime del Regno Unito, per quanto concerne il numero delle persone infette e delle vittime.

 Ci troviamo ad oggi nel pieno della terza ondata. Sono arrivati i vaccini, ma in molti dei nostri concittadini continuano a domandarsi se essi siano efficaci.

È confermato il sistema a colori e la suddivisione per zone ovvero gialla, arancione e rossa. Queste sono solo alcune delle misure adottate per contrastare le varianti del virus . Le altre armi per frenare la calata pandemica, sono le restrizioni e costrizioni che limitano gli spostamenti e gli assembramenti. La vita sembra dunque molto cambiata rispetto ad un anno fa.

È in atto una grave crisi economica e sociale. Alcune delle misure sono state introdotte il 3 novembre per attutire gli effetti del “liberi tutti” estivo. Nonostante ciò, il nostro bollettino quotidiano continua ad essere negativo, con una media di 400 decessi al giorno nell’ultimo mese. A febbraio avevamo registrato 38 decessi alla settimana per milione di abitanti. Alla pari di Francia e Germania (39 e 37). La situazione nel Regno Unito sembra migliorata. I decessi sono passati da 79 alla settimana per milione di abitanti agli attuali 11.

In Germania da 55 a 16. In Francia da 40 a 30. L’ultimo resoconto dell’Istituto Superiore di Sanità, al 30 marzo fissa a 81 l’età media dei pazienti deceduti tra coloro che sono risultati positivi al Covid-19 con il tampone. Oltre il 61% dei decessi totali è di persone sopra gli 80 anni di età, il 24% riguarda i settantenni e settantanovenni. La campagna dei vaccini sta prendendo piede nei Paesi dell’Eurozona in maniera costante. Tuttavia l’effetto delle misure di contenimento messe in atto sembrano non essere utili per dei risultati concreti. I periodi di restrizione cominciano a dare i loro frutti dopo circa 4-6 settimane.

Durante la seconda e la terza ondata, le chiusure non sono state fatte in tempi utili come sostengono gli scienziati. Qui è interessante mettere a confronto i dati della Gran Bretagna con quelli dell’Italia. A marzo fummo rapidi a chiudere, con una media di 54 morti al giorno, mentre nello United Kingdom le chiusure vennero fatte per ultime , quando già si contavano centinaia di morti al giorno . Ci fu un picco terrificante, 924 morti in 24 ore. È qui che Londra decise di chiudere negozi, palestre, e ristoranti. Il Regno Unito ha dunque adottato soluzioni ferree.

La Germania aveva preso misure simili dal 2 novembre, e dal 16 dicembre. Uguale per la Francia che fece scattare il lockdown generalizzato per contrastare il Coronavirus. L’Europa è ad oggi ancora colpita dalle varianti. Sembra che nel mondo ne vengano scoperte delle nuove, oltre a quella inglese e sudamericana anche quella nipponica. La battaglia contro la pandemia non è ancora vinta. Ma fiduciosi che la malattia venga sconfitta e arginata, si auspica un ritorno alla normalità e ad un nuovo e prosperoso futuro.

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

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