Sensazione carceri abruzzesi per la UIL PA Polizia Penitenziaria? Da montagne russe!!"

(ASI) Sulmona- Il Dostojesky dei giorni nostri sarebbe impazzito se gli avessimo dato il compito di dare un giudizio sull’andamento attuale delle carceri abruzzesi. Nel calderone dei numeri che caratterizzano le realtà carcerarie della regione verde d’Europa oggi troverebbe, infatti, una situazione talmente confusa che il solo tentativo di ristabilirne un equilibrio diverrebbe un’azione quasi fantascientifica.

 

Non c’è da vantarsi quindi visto che lo stesso Dostojesky uno Stato, nella fattispecie l’Abruzzo, lo avrebbe giudicato andando a guardare ciò che accadeva nelle sue prigioni.

L’andamento tra le varie realtà ricorda più quello di un percorso da montagna russa che quello riferito ad un tragitto in canoa in uno stagno. Ad aumenti vertiginosi di numeri in un dato posto ritroviamo puntualmente una loro deflazione in altri.

Non sappiamo a chi imputare i meriti o le colpe. Fatto sta che il sottile equilibrio che caratterizzava l’andamento penitenziario gli anni addietro e che basava la ridistribuzione dei carichi come se fosse incardinato sul principio dei vasi comunicanti sembra essere andato in frantumi. Non è un caso che ciò sia coinciso con l’accorpamento del provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria abruzzese con quello laziale. Questo tipo di politica amministrativa sembra aver parafrasato un vecchio filmato da carosello allorquando un personaggio chiamato Cimabue ad una cosa fatta ne faceva corrispondere due sbagliate.

La Casa circondariale di Teramo sembra quella che più di tutte ha dovuto ricorrere ad una terapia salva stomaco atteso che si è vista aumentare in un anno il numero di detenuti di ben 124 unità e se ciò non bastasse ci aggiungeremmo pure che a complicare la situazione ci ha pensato l’arrivo di ben 88 detenuti stranieri e una serie di detenuti psicotici da far quasi rimpiangere la chiusura degli OPG.

Il tutto condito da un sovraffollamento di ben 139 detenuti rispetto alla capienza regolamentare.

Non certo migliore sembra essere la situazione in quel di Pescara e Chieti. Qui il sovraffollamento raggiunge livelli da far accapponare la pelle. Pescara con i suoi 35 detenuti in più rispetto all’anno precedente ed un sovraffollamento di 46 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare quasi arrossisce rispetto alla condizione nella quale vive la casa circondariale di Chieti. Qui si detiene il primato di carcere più sovraffollato d’Italia (140 a fronte dei 70 regolamentari vale a dire il 100% in più). Quasi impercettibile invece è l’aumento di detenuti che ha caratterizzato l’anno penitenziario lancianese.

Parlavamo di montagne russe per cui un qualcosa che faccia da contraltare non possiamo che ritrovarla nelle restanti realtà penitenziarie prima fra tutte Sulmona che ha visto calare il numero di reclusi di ben 37 unità anche se resiste il dislivello tra capienza regolamentare e detenuti presenti stimato in +89 detenuti. In calo, seppur di poco, gli internati a Vasto e i detenuti sottoposti a custodia attenuata ad Avezzano. Equilibrio assoluto a l’Aquila visto che il numero 180 risulta immutato rispetto all’anno scorso.

In generale in Abruzzo nel corso del 2017 si è visto un aumento di detenuti di ben 117 unità rispetto all’anno precedente. Ancor più vistoso è stato l’incremento di detenuti stranieri visto che dai 210 del 2016 si è passati ai 363 del 2017( +153). Tra questi ci ritroviamo per lo più rumeni (93), albanesi(68), marocchini (58), 17 tunisini e 12 senegalesi.

Regione Provincia Sede tipoogia

Tot.

2017

Tot.

2016

Capienza

Regolam.

donne

Stranieri

2017

Stranieri

2016

Diff

gen

Abruzzo AQ Avezzano CC 47 51 53   22 14 -4
Abruzzo AQ L’Aquila CC 180 180 232 8 18 17 =
Abruzzo AQ Sulmona CR 393 430 304   7 9 -37
Abruzzo CH Chieti CC 140 123 77 27 25 17 +17
Abruzzo CH Lanciano CC 217 230 204   26 18 +13
Abruzzo CH Vasto CL 156 165 197   24 15 -9
Abruzzo PE Pescara CC 326 291 270   93 60 +35
Abruzzo TE Teramo CC 394 270 255 33 148 60 +124

Situazione non facile quindi in Abruzzo per ciò che attiene la componente detenuta. A complicare ancor più la situazione ci ha pensato quella riguardante i numeri riferiti al personale operante nelle carceri abruzzesi.

Purtroppo anche la Polizia Penitenziaria  ha avuto un taglio a seguito della legge Madia .

Nel 2016 il PRAP Lazio, Abruzzo e Molise  aveva una pianta organica prevista di n. 5648 ( solo il Lazio ne aveva 4052)  oggi con il nuovo DM 2017 invece il dato è di 5116, cioè  -532 unità.

La revisione degli organici di polizia penitenziaria, adottata quasi unilateralmente dal PRAP romano, sono stati fortemente rivisti in negativo. La Uil PA Polizia Penitenziaria nella riunione tenutasi al PRAP di Roma proprio per discutere della rimodulazione degli organici non ha ritenuto utile e giusto sedere ad un tavolo ove altro non ci sarebbe stata che una guerra tra poveri.

(ASI) "Riporto qui di seguito il contenuto della nota a verbale consegnata brevi manu al provveditore Cinzia Calandrino: La UIL PA Polizia Penitenziaria, delusa per la decisione presa dall’Amministrazione penitenziaria di ridurre l’organico del Provveditorato,non ritiene di dover partecipare alla riunione odierna considerandola una presa in giro per il personale in servizio nelle carceri.

Il non rispetto della dignità dei lavoratori di polizia penitenziaria che quotidianamente sono chiamati a svolgere turni di 8 ore rispetto alle 6 stabilite per legge,evidenzia una regressione che dimostra il fallimento di un’Amministrazione incapace ed insensibile.

Non concedere riposi e congedi; far svolgere mensilmente oltre 40 ore di straordinario per sopperire alle carenze; richiedere continuamente sacrifici ad un personale anziano sia di servizio che anagraficamente, rappresenta la dimostrazione del fallimento.

Torniamo a chiedere all’Amministrazione che garantisca:

turni di 6 ore ;

riposi e congedi;

regolare rotazione nei posti di servizio per una equa ridistribuzione dei carichi di lavoro.

 

Dalla riunione terminata con la ratifica delle proposte avanzate dall’Amministrazione fortemente penalizzata è risultata essere in questo contesto la casa circondariale dell’Aquila.

SEDE

P.ORG

2016

P.ORG

2017

DIFF.

ISP.

2016

ISP.

2017

DIFF

SOVR.

2016

SOVR.

2017

DIFF.  
AVEZZANO 51 47 -4 4 3 -1 5 5 =  
L’AQUILA 208 167 -43 13 17 +4 12 18 +6  
TERAMO 215 216 +1 20 16 -4 25 23 -2  
CHIETI 80 84 +4 8 6 -2 8 8 =  
PESCARA 177 167 -10 18 15 -3 19 19 =  
LANCIANO 163 157 -6 16 13 -3 19 23 +4  
SULMONA 274 267 -7 20 20 = 19 25 +6  
VASTO 121 99 -22 11 7 -4 13 13 =  

La UIL auspica che per il 2018 la situazione venga invertita. Il tutto alla luce anche e soprattutto della riforma dell’ordinamento penitenziario voluta dal Ministro Orlando atteso che, in conseguenza del suo avvento, il numero di detenuti reclusi si dovrebbe assottigliare a vantaggio di soggetti che ,utilizzando le innovazioni prodotte dalla riforma , avranno modo di ricondursi alle misure alternative alla detenzione per scontare la pena o il residuo di essa e vivere, così, “liberi” dalle 4 mura di una camera detentiva, la loro condizione di rei.

Per ciò che attiene l’incremento degli eventi critici valutabili in un + 15% rispetto al 2016 riteniamo che molti degli stessi siano da ricollegare ad una cattiva organizzazione della c.d. Sorveglianza dinamica la quale, se da un lato avrebbe dovuto ridurre al minimo le insidie di un’ulteriore condanna da parte della CEDU facente seguito alla c.d. sentenza Torregiani, dall’altro sarebbe dovuta essere una buona formula per abbattere le deficienze organiche.

Il fatto che non siano state attivate procedure idonee al soddisfacimento di entrambe le esigenze (quelle dei detenuti altrimenti ricorrenti alle magistrature di sorveglianza e polizia penitenziaria per l’età che avanza sempre più e l’aumento esponenziale di aggressioni subìte negli ultimi tempi) ci fa chiaramente capire che qualcosa va rivisto in tal senso riformulando con gli addetti ai lavori, i criteri di attuazione di questa nuova forma di detenzione che ha portato a dare una definizione nuova alle camere entro le quali sono alloggiati i detenuti facendola passare da cella a camera di pernottamento ( proprio per la peculiarità che dovrebbe avere di essere utilizzata esclusivamente per il pernottamento lasciando al detenuto la possibilità di passare gran parte della giornata al di fuori di tale area).". Conclude la nota della UIL PA Polizia Penitenziaria.

 
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