(ASI) La creazione di energia nucleare ha come conseguenza la produzione di tutta una serie di scorie di cui non è previsto il riutilizzo. I rifiuti nucleari infatti emettendo radioattività, devono essere gestiti in maniera adeguata per evitare rischi per l’uomo e per l’ambiente. Esistono diverse categorie di rifiuti radioattivi, alle quali corrispondono diverse modalità di gestione, in base alla concentrazione di radionuclidi e del tempo in cui la radioattività decade.
In Italia, nonostante le poche centrali esistenti siano ormai dismesse da anni ancora non si è riusciti a trovare una soluzione soddisfacente a questo problema.
Nel nostro paese i rifiuti radioattivi finora prodotti sono custoditi in depositi temporanei che ne consentono la gestione in sicurezza e l’isolamento dall’ambiente. Tali rifiuti provengono dal pregresso esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari ma anche dalle attività nel campo sanitario, industriale e della ricerca.
Il nostro paese attualmente ha poco meno di 100mila metri cubi di rifiuti da smaltire ma ancora non è stata individuata l’area visto che tutti i comuni coinvolti nel progetto preferiscono declinare.
Secondo la Sogin, la società pubblica incaricata dello smaltimento dei rifiuti per realizzare il Deposito Nazionale e il Parco Tecnologico, è previsto un investimento complessivo di circa 900 milioni di euro; sono necessari quattro anni per la sua realizzazione e, in base agli attuali piani, la sua entrata in esercizio dovrebbe avvenire entro il 2029.
I depositi sono di due tipi: di superficie o di profondità.
Quello di superficie è una struttura realizzata a livello del terreno o fino ad alcuni metri di profondità, al fine di provvedere alla sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività. Quello che sarà realizzato in Italia sarà di questo tipo. Attualmente quelli operativi in Europa sono quelli di elCabril (Spagna), l’Aube (Francia), Dukovaný (Repubblica Ceca), Mochovce (Slovacchia) e quello di Drigg (Regno Unito). Altri due, in fase di realizzazione, sono quelli di Dessel (Belgio) e di Vrbina (Slovenia).
Il deposito geologico di profondità è invece una struttura per la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi a media e alta attività, realizzata nel sottosuolo a notevole profondità (di solito diverse centinaia di metri), in una formazione geologica stabile (argille, graniti, salgemma). Questo consente l’isolamento dei radionuclidi dall’ambiente per periodi molto lunghi (fino a centinaia di migliaia di anni). L’unico operativo di questo tipo è il WIPP (Waste IsolationPilotPlant) a Carlsbad (New Mexico – USA). In Europa Svezia, Finlandia e Francia hanno già individuato il sito mentre Germania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Svizzera e Ungheria hanno già avviato il processo di localizzazione.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia
1* Articolo: L'eterno ritorno del Nucleare che per la Ue diventa green https://agenziastampaitalia.it/speciali-asi/speciale/60079-l-eterno-ritorno-del-nucleare-che-per-la-ue-diventa-green
2* Articolo: Dalla Ue 300 milioni di euro per finanziare i nuovi impianti nucleari
3* Articolo: Tra cyber terrorismo e minacce convenzionali la sicurezza delle centrali nucleari è un tema delicato
Fonte foto: ShinRyu Forgers, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons