(ASI) Lettere in Redazione. Sono un lettore di Agenzia Stampa Italia vi segnalo una notizia, comunque da verificare, apparsa in un trafiletto a pagina 9 della Stampa di ieri secondo la quale un deputato della Lega, tale Gianni Fava, HA PRESENTATO LA PROPOSTA ,PRONTAMENTE INSERITA NEL DDL DURANTE I LAVORI di Commissione, qualunque soggetto interessato,quindi indipendentemente dall’Autorità di sorveglianza potrebbe richiedere la rimozione di contenuti pubblicati nella rete e ritenuti illeciti od offensivi dallo stesso richiedente e addirittura pretendere la chiusura dei provider che li ospitano.
Se tale proposta fosse vera e se dovesse passare in Parlamento questo significherebbe mettere a rischio la libertà di espressione di tutti; un diritto sancito della costituzione. Infatti, un provvedimento simile va a colpire anche i circuiti di discussione e non essendoci più libertà di stampa ,dove non si sfugge al politicamente corretto, la censura limiterebbe fortemente anche questa forma di libera espressione, anche se sempre molto controllata non dimentichiamolo .
Che sia la Lega a portare avanti questa richiesta ci stupisce infatti lo ricordiamo la rete costituisce l’unica modalità con cui la gente possa esprimere il proprio dissenso e la propria democratica e civile disistima nei confronti di quei politici italiani che ogni volta vogliono mettere a tacere la libertà di pensiero e le forme di comunicazione che diffondono una verità altra, spesso più vicina alla realtà e al comune sentire del popolo.
Come lettore del vostro giornale vi invito a verificare la notizia e, se occorrerà, a sostenere il diritto ad avere una informazione libera, indipendente e pluralistica.
Risposta.
Gentile Lettore, La ringraziamo per averci segnalato il problema. In ogni caso, noi cercheremo di approfondire l'argomento. Però, tranquilliziamo il nostro affezionato interlocutore su una cosa. I precedenti maldestri ( o malsinistri) tentativi di provare ad imbavagliare la libertà di espressione sono miseramente falliti prima di iniziare sotto la grande ed indegnatissima reazione dell'opinione pubblca che rifiuta con determinazione ogni tentativo di mettere il bavaglio alle idee . In ogni caso, nell'ipotesi negativa in cui il parlamento dovesse licenziare questa legge, per il fatto che clamorosamente cotrasterebbe con l'articolo 21 della Costituzione. Quindi presenterebbe un vizio che rende il decreto legge o la legge incostituzionale. Ciò di fatto ne lede la validità, in quanto entrambi sono contrastanti con disposizioni, gerarchicamente sovraordinate. Occorre comprendere se la natura del vizio sia talmente grave ( il caso di specie che stiamo trattando, chiaramente lo è), da rendere nulla la disposizione, contrastante con la Costituzione , oppure se il “difetto” della legge comporti solo una precarietà degli effetti della medesima, fino al momento della pronuncia d'incostituzionalità.
Infine, tutti i liberi cittadini si devono unire per contrastare con tutti i mezzzi sia la propsota e sia ogni legge liberticida,
La Redazione
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