S.E. sig. Ministro degli Interni
S.E. sig. Ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti
S.E. sig. Ministro della Coesione Sociale
S.E. sig. Ministro del Lavoro e Politiche Sociali
OGGETTO: destino dell’impianto Ansaldo-Breda di Reggio Calabria.
Abbiamo deciso di scrivere direttamente ai sigg.ri Ministri competenti dopo aver partecipato all’ennesima protesta dei lavoratori delle OMECA di Reggio Calabria.
Da mesi ormai le maestranze dell’Ansaldo Breda e delle altre società che operano dentro le OMECA, protestano; chiedono invano incontri istituzionali; fanno incontri a Roma con i vertici di Ansaldo-Breda, ma nessuno fino al momento ha spiegato con chiarezza quale sarà il destino dei circa 700 lavoratori impiegati nell’impianto. Non solo. Le notizie che arrivano confermano sempre più i timori: Ansaldo-Breda lascerà l’impianto reggino a giugno.
Addirittura si viene a sapere che è già pronto un piano industriale di una società terza che sarebbe pronta a rilevare l’impianto per realizzare, una volta convertite le tecnologie, un brevetto sempre ferroviario.
Ma anche questo piano industriale, stenta a trovare radicamento. Pare a causa del silenzio assordante della Regione Calabria. Ed è chiaro che per un’impresa non investe nel profondo sud per spirito pioneristico, ma per la presenza di fattori aggiuntivi. In Calabria il fattore aggiuntivo è rappresentato dai fondi comunitari (oltre all’alta qualificazione delle maestranze). Eppure per quanto si sa, nonostante vi sia stata una disponibilità della Provincia reggina, la Regione Calabria presieduta da Scopelliti, ex Sindaco del "Modello Reggio" (sic) ha dimenticato di destinare i fondi POR per lo sviluppo industriale per le OMECA.
Il chè significherà, non solo l’abbandono di Ansaldo-Breda, ma tarpare le ali ancor prima di iniziare all’unica possibile alternativa.
Già purtroppo la nostra terra è piena di dimenticanze.
Più volte, anche pubblicamente abbiamo sollecitato il sig. Prefetto ad assumere l’iniziativa per aprire un tavolo di concertazione che possa concretamente accendere i riflettori sul destino delle OMECA. Ma, evidentemente, il sig. Prefetto ha altre priorità in cima ai suoi pensieri (egr. sig. Ministro, alcune volte bisognerebbe che lo Stato verificasse meglio quale è il ruolo delle proprie propaggini periferiche).
Purtroppo Reggio non può contare sull’Amministrazione comunale. Da un decennio, infatti, gli amministratori reggini con a capo l’oggi Presidente della Regione ha saputo vendere molto fumo; ha sperperato le risorse della città; ma di occuparsi dei problemi reali di questo lembo di territorio estremo, nemmeno a pensarci.
Troppo basso è il livello politico-istituzionale del gruppo dirigente cittadino per poter aspirare in un colpo d’ala.
Ecco, perché sigg.ri Ministri è necessario un intervento alto ed autorevole.
Perché per una città del Sud è impensabile che chiuda l’unico impianto industriale esistente.
In una terra affogata dalla pressione mafiosa, lo Stato ha il dover di impedire una simile sciagura.
Perché le OMECA a Reggio rappresento un simbolo. L’unico baluardo industriale insediatosi dopo la II^ guerra mondiale a ed ha accompagnato l’evoluzione di Reggio per almeno 5 lustri. Ha consentito a tante famiglie di poter vivere a Reggio ha consentito a tanti giovani di non cadere nelle tentazioni proposte dalla mafia. Ha evitato a decine di reggini di essere costretti a prendere la valigia ed anzi di essere orgogliosi del proprio lavoro. Perché elemento questo da non sottovalutare, le maestranze delle OMECA sono altamente qualificate e sarebbe davvero un reato mandare alle ortiche una così alta professionalità.
Ecco perché sigg.ri Ministri, accompagnando le preoccupazioni dei lavoratori chiediamo un vs. autorevole intervento. Chiediamo un incontro urgente. Chiediamo che mettiate nelle vostre agende un’importante priorità: le OMECA di Reggio Calabria.
Aspettiamo fiduciosi una risposta.
Il segretario provinciale del PdCI
Avv.to Lorenzo Fascì