(ASI) Potrebbero occorrere ancora “alcuni giorni” per sapere chi sfiderà il socialista Andrés Arauz al secondo turno delle presidenziali in Ecuador, il prossimo 11 aprile.
Ad affermarlo Diana Atamaint, presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne) parlando del testa a testa tra Yaku Perez, candidato ecologista direttamente legato alla Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie) e Guillermo Lasso, banchiere conservatore giunto al terzo tentativo di assalto alla presidenza.
Con il spoglio ad oltre il 98% i due sono infatti separati da circa 50mila voti in favore del primo.
Nel conteggio mancano ancora i voti depositati in seggi di difficile accesso, raggiungibili solo via fiume o con aerei. Ma ci sono anche alcune migliaia di verbali “con novità”: mancanti della firma degli scrutatori, con errori di scansione del voto o oggetto di reclami da parte delle diverse organizzazioni politiche. E il vicepresidente del Cne, Enrique Pita, avverte che fino a quando non si saranno sciolti questi numeri, per un totale di circa un milione e mezzo di voti, non si potrà parlare di risultato definitivo. La legge prevede cheil Cne si riunisca in sessione permanente, con dieci giorni a disposizione per poter effettuare tutti i controlli del caso. Un termine che, ha avvertito Pita, potrebbe essere ulteriormente prolungato. Il 15 marzo termina ufficialmente il tempo utile per presentare ricorsi.
I primi exit poll davano Lasso saldamente avanti ma poi con il passare delle ore il suo vantaggio sul terzo si è lentamente assottigliato fino ad arrivare a poche migliaia di voti.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia