(ASI) Il grande giorno, 20 gennaio 2021 che tutto il mondo attendeva, è arrivato. Joe Biden ha giurato ieri formalmente, sulla vecchia Bibbia di famiglia, assicurando solennemente che sarà "il presidente di tutti gli americani". Ha rivolto così un accorato appello all'unità per affrontare sfide senza precedenti che compaiono davanti a sé.
Il Covid è certamente tra le più importanti, ma vi è anche la recessione economica generata dalle conseguenze della diffusione della pandemia. Non ci si può dimenticare inoltre la crisi climatica, le diseguaglianze, il razzismo ma anche "l'attacco alla verità". Il suo primo discorso alla nazione è durato 21 minuti. "Questo è il giorno dell'America, della democrazia, un giorno di storia e speranza", ha esordito il quarantaseiesimo capo della Casa Bianca, dopo che Lady Gaga ha intonato l'inno nazionale e Jennifer Lopez ha cantato “This land is your land”. "La democrazia è fragile, ma ha prevalso", ha evidenziato il nuovo numero uno di Washington, parlando sulla gradinata di Capitol Hill, due settimane dopo l'assalto dei fans di Donald Trump per tentare di non consentire, al Congresso, di ratificare il risultato delle elezioni svolte Oltreoceano lo scorso 3 novembre. "Pensavano di poterci cacciare da questo suolo sacro, non è successo, non accadrà né oggi, né domani né mai", ha scandito. "Sconfiggeremo l'estremismo politico, il suprematismo bianco, il terrorismo domestico", ha promesso, invitando a respingere la cultura in cui i fatti sono manipolati e anche inventati". Ha accennato in tale modo, senza mai nominarlo esplicitamente, al tycoon. Egli non ha mai ammesso la propria sconfitta alle urne, paventando invece l’ipotesi di brogli elettorali che avrebbero ribaltato l’esito della consultazione. “L'unità è la strada da seguire", ha esortato Biden. "Tutta la mia anima sarà rivolta a questo: riunire l'America, la nostra gente, la nostra nazione", anche per lottare nei confronti del Covid 19. Ha chiesto poi ai presenti di ricordare, con un minuto di silenzio, le oltre 400 mila vittime statunitensi che hanno perso la vita a causa della terribile infezione che si è diffusa in tutto il pianeta. Ha parlato poi della nuova prospettiva multilaterale su cui sarà indirizzata la sua politica estera. "Il mondo ci guarda. Ripareremo le nostre alleanze". Ha lasciato intendere che sosterrà in modo più determinato la Nato, inserirà il paese all’ interno dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’ intesa sul clima stipulata a Parigi. Cancellerà, insomma, tutte le iniziative del predecessore come ha mostrato di volere sin dal primo minuto in cui ha messo piede nell’Ufficio Ovale della residenza di Pennsylvania Avenue 1600. Ha firmato infatti subito 17 Ordini esecutivi allo scopo di fermare gli effetti dei provvedimenti in vigore. Aveva criticato tali norme in campagna elettorale, a partire dallo stop immediato alla costruzione del muro con il Messico. Ha riaperto nuovamente i confini a una immigrazione incontrollata e senza frontiere.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia