(ASI) L’unico che palude al provvedimento è Israele, l’acerrimo nemico storico del proprio vicino. Gli Stati Uniti hanno ripristinato, da oggi, le sanzioni contro il sistema bancario e quello petrolifero dell’Iran dopo il ritiro, avvenuto nei mesi scorsi, di Donald Trump dall’accordo internazionale sul nucleare di Teheran.
L’intesa sottoscritta nel 2015, dal predecessore del tycoon cioè Barack Obama insieme alle principali potenze della comunità globale, prevedeva la cancellazione di tali provvedimenti punitivi e l’impegno degli Ayatollah a cessare l’arricchimento dell’uranio, per fini bellici, in cambio di aiuti. Il ministero degli Esteri dei Pasdaran ha reagito definendo, nel pomeriggio, la scelta della Casa Bianca un atto di “guerra economica” e un “grave crollo politico e morale del regime americano”. La nota del dicastero ha assicurato comunque che tutto ciò non danneggerà l’economia interna, in quanto saranno superate le difficoltà che emergeranno. Washington ha offerto, tuttavia, la possibilità a 8 paesi di non mutare la situazione esistente. Il segretario di Stato Usa, Mike Pomepeo, ha reso noto infatti che Italia, Cina, India, Turchia, Grecia, Sud Corea, Giappone e Taiwan potranno ancora commerciare liberamente, per qualche mese col paese sciita, senza conseguenze.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia