(ASI) In pochi giorni, la provincia insulare di Hainan, il territorio più meridionale della Cina continentale, si è trasformata in un teatro di importanza internazionale. Il Forum di Boao per l'Asia, lanciato nel 2001 ed ormai affermata piattaforma di dialogo economico, politico e tecnologico, tanto da meritarsi l'appellativo giornalistico di Davos asiatica, ha prodotto dibattiti e spunti di primo piano con ospiti stranieri di alto livello come Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale, Vira Rojpojchanarat, ministro della Cultura del Regno di Thailandia, Viktor Zubkov, presidente del CdA di Gazprom, Masaaki Shirakawa, ex governatore della Banca del Giappone, Dame Jenny Shipley, ex primo ministro australiano, Enzo Quattrociocche, segretario generale della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo e tanti altri ancora.Mercoledì scorso, nel suo intervento durante l'incontro con i membri del Consiglio Direttivo del Forum di Boao, il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato i passi in avanti compiuti dal Paese proprio nell'anno che celebra il quarantennale dell'avvio delle politiche di riforma e apertura, lanciate nel 1978. «Siamo ottimisti in merito alle prospettive economiche della Cina», ha detto Xi - citato da Xinhua - che ha poi esortato tutti i Paesi del mondo a «salire sul treno espresso dell'economia cinese per beneficiare dei vantaggi garantiti dalla sua riforma, dalla sua apertura e dal suo sviluppo».
«La Cina - ha ricordato Xi Jinping - incoraggerà un ambiente più ospitale e disciplinato per gli imprenditori locali e stranieri che vogliono investire ed avviare attività economiche», invitando così gli operatori a guardare con attenzione alla nuova fase dell'apertura del sistema Paese. Sul piano esterno, invece, il presidente cinese ha posto l'accento sull'iniziativa Belt and Road, il piano lanciato nel 2013 da Pechino per la ricostruzione in chiave moderna delle antiche direttrici terrestri e marittime della Via della Seta, chiarendo che tutto sta avvenendo «alla luce del sole». Rispondendo indirettamente alle accuse di alcuni osservatori internazionali, Xi ha ribadito che «la Cina non cerca blocchi esclusivi» e «non impone accordi commerciali a nessuno», aggiungendo che l'iniziativa «non rappresenta né un Piano Marshall né un intrigo da parte cinese».
Confermando le intenzioni già espresse nel corso degli ultimi due anni, prima all'interno del 13° Piano Quinquennale (2016-2020), poi in occasione del 19° Congresso del Partito Comunista Cinese dello scorso ottobre ed infine durante le Due Sessioni (Conferenza Politico-Consultiva del Popolo e Assemblea Nazionale del Popolo) di marzo, la leadership cinese guarda così avanti, partendo dai risultati sin qui raggiunti attraverso la riforma strutturale dell'offerta, traino di una serie di cambiamenti e trasformazioni del sistema politico ed economico nella direzione della semplificazione, della riduzione fiscale, della protezione della proprietà intellettuale e della sostenibilità, finalizzati in particolare a riorientare l'industria, stimolare l'innovazione, ridurre l'inquinamento e promuovere l'avanzamento delle aziende cinesi lungo le catene globali del valore.
In questo senso, importanti erano state le parole pronunciate il giorno precedente, durante la cerimonia di apertura della Conferenza Annuale del Forum di Boao, da Lee Hsien Loong, primo ministro di Singapore. Lo scorso anno al Forum Economico Mondiale di Davos, Xi Jinping «ha esposto chiaramente l’approccio e le politiche cinesi di sostegno all’apertura e al multilateralismo», ha detto Lee - menzionato da Xinhua - colpito in particolare dall’intenzione della Cina di compiere nuovi passi in avanti nelle riforme del settore finanziario, nella protezione della proprietà intellettuale e nell’aumento delle importazioni.
Il successo politico ed economico della città-Stato asiatica, guidata per un trentennio dal lungimirante leader Lee Kuan Yew, è uno dei casi più studiati in Asia e nel mondo. Centro di importanza mondiale in settori strategici come la logistica, l'alta tecnologia, la finanza, la sanità e l'innovazione, Singapore rappresenta un modello di interesse per Pechino sin dai tempi di Deng Xiaoping. Malgrado le ristrette dimensioni geografiche del Paese, dunque, il parere della leadership singaporiana ha un impatto ed un'influenza di rilievo, non solo all'interno dell'ASEAN ma anche nel resto della regione Asia-Pacifico. Lee ha inoltre criticato l'intenzione di imporre dazi annunciata minacciosamente da Donald Trump, sostenendo che gli Stati Uniti soffrono gli effetti di una bilancia commerciale negativa non solo e non tanto con la Cina, quanto piuttosto con il resto del mondo. Secondo il leader della città-Stato, il vero problema dell'economia a stelle e strisce risiederebbe in uno squilibrio del mercato interno che lo vede produrre molto meno di quel che consuma.
Per la provincia di Hainan, le novità non si sono tuttavia esaurite con l'ultima edizione del Forum di Boao per l'Asia. Venerdì scorso, infatti, in occasione della cerimonia per il 30° anniversario dell'apertura della zona economica speciale di Hainan, è stato Xi Jinping in persona ad annunciare la volontà del governo di trasformare l'isola in una moderna zona-pilota di libero scambio, con un nuovo porto franco, sulla scia di quanto già avvenuto nel corso degli ultimi quattro anni per la municipalità di Shanghai e per le province di Zhejiang e Liaoning. Secondo quanto riportato da Xinhua, la zona-pilota si concentrerà su settori quali agricoltura, biomedicale, sport, telecomunicazioni e finanza. L'annuncio ha provocato reazioni positive sulle piazze di Shanghai e Shenzhen già stamattina, con i titoli delle aziende collegate all'economia di Hainan in significativo rialzo, come riportato dal Financial Times.
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia