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(ASI) Le isole giapponesi Senkaku (Diaoyu per i cinesi), da tempo ormai sono il teatro di una contesa territoriale fra il Giappone e la Repubblica Popolare Cinese. Nell’ultimo anno sono state numerose le dimostrazioni nazionaliste da entrambe le parti, con vere e proprie azioni nelle isole miranti ad occuparle o difenderle a seconda dei casi.
Ma con il passare del tempo la posta in gioco ha attirato l’attenzione degli Stati Uniti, disperatamente alla ricerca di maggiore influenza nell’area del Pacifico. Pechino ha deciso di allargare il proprio spazio aereo difensivo, decisione che non è andata a genio per i suoi vicini. Infatti due bombardieri americani B52 hanno sorvolato questo spazio aereo in compagnia di caccia giapponesi mettendo in allerta i vertici cinesi i quali hanno fatto sapere attraverso il Ministero della Difesa di aver monitorato ed identificato i due velivoli. La portaerei cinese Liaoning ha attraccato inoltre per la prima volta in una base militare di Pechino nelle vicinanze dell’arcipelago delle isole, nel mar Cinese meridionale. La Liaoning da circa un anno è entrata ufficialmente in servizio, ed è accompagnata da due caccia torpedinieri, Shenyang e Shijiazhuang, oltre alle fregate Yantai e Weifang. L’entrata in scena degli americani nella disputa non preannuncia nulla di buono e non migliora la situazione già precaria, fomentata da leader contrapposti come Shinzo Abe e Xi Jinping, entrambi molto attenti nello sfruttare le spinte nazionaliste del proprio popolo. In palio ci sono ingenti risorse che deriverebbero dalla sovranità delle acque che circondano le isole e il controllo sulle rotte commerciali che attraversano la zona contesa dalle due superpotenze economiche. Ma negli ultimi giorni si è assistito all’espansione del conflitto, con l’entrata degli USA nella contesa e l’uso dei cieli sovrastanti come ulteriore campo di scontro. L’amministrazione Obama riuscirà a mediare fra le due posizioni così lontane fra loro? Sicuramente non può farlo con i bombardieri. Non resta che aspettare l’evoluzione della situazione.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia
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