(ASI) Ma ovviamente su squadra e contenuti occorre una stagione nuova Perché è stato lui a disinnescare la cassetta di sicurezza con cui Salvini voleva blindare il bilancio pubblico italiano togliendo al Sud e regalando al Nord ma non solo.
Mi chiedono: ma perché un Conte bis? Se si vuole discontinuità perché lui? Se si vuole iniziare una nuova stagione politica perché lui? Si può fare la nuova “solidarietà nazionale” con lo stesso premier del primo governo populista-sovranista che ha “chiuso i porti”, ha portato il Paese al minimo storico di reputazione mondiale e ha accompagnato l’azienda Italia alla crescita zero? La mia risposta è: chi, se non lui? Soprattutto, chi se non lui può convincere la massa di parlamentari pentastellati, più del doppio di quelli democratici, a chiudere per sempre con il partito padano del Nord che saccheggia da almeno un decennio il bilancio pubblico italiano a spese del Sud e vuole blindare tutto in una cassetta di sicurezza di cui solo Salvini avrà il codice di accesso e deciderà, di volta in volta, come e quando aprirla a Di Maio e ai suoi cari mentre il Sud sprofonda? Chi si è beccato del piccolo uomo e dell’inetto dallo “statista di Varese”, Attilio Fontana, per avergli ricordato che il Paese è uno e che la spesa storica nasconde indebiti privilegi? Chi è stato il primo, con una lettera a sua firma al nostro giornale, a riconoscere che c’è un oggettivo squilibrio tra spesa pubblica allargata diretta al Nord e quella diretta al Sud per cui ballano 60 e passa miliardi regalati ai ricchi e indebitamente sottratti ai poveri? Chi ha posto con forza il problema numero uno del divario infrastrutturale tra le due Italie che è il simbolo dell’aberrazione civile di una nazione e del suo volontario suicidio economico e sociale? La risposta è sempre la stessa: Giuseppe Conte. Ecco, con lui mi sento garantito che l’operazione verità sulla ripartizione della spesa pubblica tra Nord e Sud e i giochetti sporchi che mirano a confondere inesistenti residui fiscali territoriali con quelli individuali, si compirà. L’indagine conoscitiva, voluta con così tanta perseveranza e intelligenza politica dalla presidente della Commissione Finanze della Camera, Carla Ruocco, permetterà, finalmente, di non parlare più a vanvera. Si ripartirà da numeri condivisi come in tutte le democrazie moderne.
Direttore del Quotidiano del Sud Roberto Napoletano
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