Perugia. Nella disfatta col Cesena cade Giunti, crolla la squadra e resta in piedi soltanto la tifoseria

tifosigrifo3(ASI) Della prestazione di ieri contro il Cesena, c'è ben poco da dire. Il Perugia, di fatto, non è mai sceso in campo. Dopo la cinquina subita in casa dalla Pro Vercelli e gli schiaffi di Foggia e La Spezia, la retroguardia ha tirato fuori dal suo repertorio nuove perle di filmografia horror. Forse motivati dalla dura concorrenza del remake di IT, appena uscito al cinema, Salvatore Monaco, Damiano Zanon, Nicola Belmonte e Massimo Volta hanno deciso di superarsi, sfornando una serie di svarioni che hanno permesso a Jallow, nel primo tempo, e a Laribi, autore di una doppietta nella ripresa, di bucare con una facilità disarmante la porta difesa da Timothy Nocchi.

Se pure l'esito dell'esperienza di Giunti sulla panchina del Grifo era apparso praticamente scontato subito dopo il vantaggio romagnolo, l'allenatore tifernate ci ha messo del suo, schierando dal primo minuto Samuel Di Carmine, sempre più inguardabile, e Nicola Belmonte, improponibile sulla fascia sinistra, al posto rispettivamente di Alberto Cerri, che aveva dimostrato maggiore dinamismo, e di Mirko Pajac, tra i pochissimi, assieme a Colombatto e Han, a mostrarsi volitivo e costante, pur con tutte le riserve del caso. La lettura della gara finisce qua. Sconsolato, Giunti non sembra aver mai dato indicazioni di rilievo ai suoi, gestendo l'ordinaria amministrazione dei cambi e dei riscaldamenti all'intervallo.

Per il resto, c'è solo da segnalare la dimostrazione di compostezza e civiltà dei ragazzi della Curva Nord, che hanno lasciato lo stadio evitando di appesantire ulteriormente il clima nerissimo incombente su Pian di Massiano, dopo essere stati aspramente criticati da diversi opinionisti e tifosi a seguito della contestazione e dell'"assedio" al pullman societario al rientro da La Spezia. Ferma restando la condanna di qualsiasi atto di teppismo o di vandalismo, non pochi osservatori erano concordi nel ritenere che quell'episodio non avrebbe dovuto trasformarsi in un alibi per quei giocatori che, con la prestazione indecorosa di ieri sera, hanno umiliato ancora una volta il terreno di gioco casalingo, disonorando addirittura la memoria di Renato Curi a pochi giorni dal quarantesimo anniversario della sua scomparsa, ricordata dalla Curva Nord con i soliti cori commoventi accompagnati dall'applauso di tutto lo stadio.

A dire il vero, non sappiamo nemmeno se sia davvero opportuno tirare in ballo Renato e, più estesamente, quella generazione di Calciatori che scrisse alcune tra le più belle pagine dell'almanacco di questa società, riuscendo a chiudere, per la prima volta nella storia del calcio italiano, un intero campionato di serie A senza mai perdere una partita. "Noi siamo l'A.C. Perugia", recitava ieri sera lo striscione esposto dalla Curva Nord all'ingresso delle squadre in campo. E, in fin dei conti, è proprio così.

LE PAGELLE

NOCCHI 5,5 - Non ha grandi responsabilità sulle tre reti del Cesena, se non quando mostra un po' di incertezza nell'uscita sul primo gol ospite di Jallow. Giovanissimo ed appena subentrato al disastroso Rosati delle ultime giornate, si è trovato a gestire la porta biancorossa in un clima pesantissimo. Intimidito.

ZANON 4 - Non c'è mai. Sbaglia quasi tutto, appare lento, macchinoso ed alza palloni in zone deserte del campo. Da una sua incomprensione con Han nella metà campo cesenate, nasce il contropiede con cui gli ospiti passano in vantaggio. Anemico. (dal 50' PAJAC 5,5 - Al di là delle imprecisioni, è l'unico a provarci sul serio, fornendo grinta e velocità sulla fascia sinistra, attaccando la profondità e mettendo in mezzo palloni che, tuttavia, nessun compagno è in grado di piazzare in porta. Orgoglioso.)

VOLTA 4,5 - Nella prima mezz'ora cerca una reazione d'orgoglio dopo gli svarioni contro lo Spezia e controlla discretamente gli inserimenti di Laribi e Jallow, poi cala vistosamente anche lui. Del tutto irriconoscibile se consideriamo che dal 2015 fino alla sesta giornata di questo campionato, ha rappresentato la colonna indiscussa della difesa biancorossa. Impotente.

MONACO 3 - Il centrale napoletano sta dando il peggio di sé. Nelle ultime cinque giornate, sue sono le responsabilità su buona parte delle 16 (sedici!!!) reti subite dalla squadra contro Brescia, Pro Vercelli, Foggia, La Spezia e Cesena, tutte squadre di bassa classifica. Indecoroso.

BELMONTE 4 - La fascia sinistra non fa per lui. Inutile girarci intorno. La responsabilità è chiaramente di Giunti che lo ha riproposto in quel ruolo, tenendo in panchina Pajac, anch'egli adattato al ruolo ma almeno mancino naturale e ben più veloce. Subisce gli affondi del Cesena e non sfonda mai sulla corsia laterale. Affondato.

BRIGHI 4,5 - Prova a salvare l'onore con qualche recupero palla e diversi contrasti arcigni, ma parliamo di Matteo Brighi, non di un diciottenne al debutto. Con tutta la stima per la sua grande carriera e per il suo impegno, non ha più il fiato per giocare novanta minuti. Sfiancato.

COLOMBATTO 5,5 - Nonostante l'evidente appannamento, è l'unico che tenta di fornire spunti di gioco in un deserto di idee e di volontà, mostrando personalità e carattere ben maggiori di molti suoi compagni di squadra "anziani". Avrà un grande futuro, speriamo a partire da Perugia. Tenace.

BANDINELLI 4,5 - Non ci siamo. Il giocatore ha buone qualità, chiariamolo subito. Tuttavia, se non è accompagnato da un reparto offensivo in grado di supportare le sue iniziative scompare lentamente in mezzo al campo, lasciandosi ingabbiare da Schiavone e Di Noia. Inabissato.

BUONAIUTO 4 - Se pensassimo alla sua prestazione contro il Parma, probabilmente dovremmo credere che si tratti di un'altra persona. La rete clamorosamente divorata a Palermo lo aveva riportato subito sul pianeta Terra. Le ultime prestazioni, però, rischiano di trascinarlo sotto lo zero idrometrico. Invisibile. (dal 60' CERRI SV - Il suo ingresso a partita virtualmente chiusa è l'ultima assurda mossa di Giunti sulla panchina del Perugia. Tutti sapevano che avrebbe dovuto giocare dall'inizio per scardinare, con la sua mole, l'arcigna retroguardia di Castori. Incolpevole.)

DI CARMINE 3 - Se c'è un ostacolo per la squadra in fase realizzativa, non si tratta delle difese avversarie quanto piuttosto di Samuel Di Carmine. Sfiora la rete una sola volta sullo 0-3 ma non ha nemmeno senso parlarne. Sembra giocare per sé stesso sporcando tutti i palloni, anche quando altri compagni sarebbero meglio piazzati. Indisponente.

HAN 5 - Si sforza a nascondere un imbarazzo che per lui, appena diciannovenne, è probabilmente troppo forte. Trovarsi nel giro di un mese dalle stelle alle stalle, in una squadra del tutto assente e priva di nerbo, pesa come un macigno sulle sue povere spalle di ragazzo generoso e riservato. Deluso. (dal 52' TERRANI 4,5 - Entrato sullo 0-2, può fare ben poco ma fa ancora meno di quel poco. Non riesce ad avere la meglio sui centrali di Castori, e quando prova a svariare sulla fascia sembra spegnersi tra le maglie della difesa ospite. Insignificante.)

Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia

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