(ASI) Perugia. Si apre con la voce roca ma calda e rotonda di Paolo Conte la serata inaugurale di Umbria Jazz 2015, all'Arena Santa Giuliana di Perugia difronte ad un foltissimo pubblico variegato, intenditore, amatore del genere. Una sequenza lunghissima di classici proposta in modo affascinante, con una voce "matura" per quanto dotata di una particolare scintilla vitale.
Una voce pacata, padrona di se che quasi per tutto il concerto non si esprime cantando ma per recitativi. Un concerto che l'artista (classe 1937, paroliere, pianista di formazione jazz, considerato uno dei più importanti e innovativi cantautori italiani e Premio Tenco) dedica interamente all'amico scomparso Sergio Piazzoli ricordandolo come imprenditore abile, ricco di simpatia e umorismo. Una esibizione di grande classe, pregna di raffinatezza ed eleganza caratterizzata da una generalizzata eccellenza della orchestrazione: tra corde di chitarra, pianoforte e vilino. Evidenti i francesismi musicali che oltre al violino sono proposti dai fiati e dalla fisarmonica. La migliore espressione di questi strumenti in tutto il concerto. Molte le reminiscenze etniche di varie terre lontane tra cui quelle andine, nello specifico rielaborate con toni swing e sottoposte ad altrettanto affascinanti testi suggestivi e sensuali. Repentino l'esordio del secondo tempo da parte del cantautore e di una orchestra che nello smoking e nei toni, ricorda molto quelle da "gran sala" più che da night club. Esordio in cui fisionomia e frasi autocritiche ballano la Rumba sulle note di un sax. Struggenti col procedere tutte le orchestrazioni soprattutto quando melodiche e in tono minore, con sprazzi offerti dal violino, efficacissimo in particolare modo nel secondo brano del secondo tempo e ben ripreso dalla prima tradizione Swing e Jazz italiana degli anni Trenta e Quaranta. Ottimi e fluidi i passaggi di voci. Nell'ascoltare i grandi classici ritorna prepotente il concetto di raffinatezza della esecuzione nel suo complesso che è ampiamente attualizzata, ma senza forzature o violenze testuali, musicali, timbriche. Belle le modulazioni e le aperture armoniche perfettamente gestite dalla orchestrazione proposta, così come ribadito da una sensuale fisarmonica che accompagna le parole, dalla nostalgia di una chitarra, per restituire una grande forza espressiva e sensazione di intensità. Conte presenta anche il suo "Via con me" ma senza banalizzazioni e si ribadisce con grande modernità. Graditi dal pubblico, ma più scenografici che tecnici, gli assoli di violino e fisarmonica. Il concerto si chiude con grande pacatezza e senso di soddisfazione musicale.
Giuseppe M. Nardelli – Agenzia Stampa Italia
Foto: Matteo Marzella
Umbria Jazz 2015. Paolo Conte. Galleria Fotografica