(ASI) PERUGIA - "Gli armeni rappresentano 4000 anni di civiltà, ma la repubblica ha solo 23 anni di storia": potrebbe essere questa la frase più significativa pronunciata dall'Ambasciatore della Repubblica Armena in Italia, S.E. Sargis Ghazaryan, durante la relazione che ha tenuto in occasione dell'incontro con le imprese umbre, organizzato da Umbria Export del direttore Enzo Faloci, che ha introdotto il dibattito, presso la sede locale di Confindustria.
La freschezza e la dinamicità di alcune delle economie post-sovietiche costituiscono una delle principali novità di questo primo quindicennio del XXI secolo. Dopo le gravi difficoltà e la pesante instabilità politica, che hanno caratterizzato la Comunità degli Stati Indipendenti all'indomani del crollo dell'URSS nel 1991, l'Armenia, coinvolta direttamente in un conflitto militare con l'Azerbaigian per il controllo della regione del Nagorno-Karabakh - tutt'ora contesa sebbene de facto indipendente - pare oggi aver acquisito una notevole stabilità politica che le consente di solidificare la sua tradizionale politica estera multivettoriale, fatta di buoni rapporti con Mosca ma anche con Washington, Parigi e Roma.
Lungo un filo che unisce alcune eccellenze del passato, come l'attitudine allo sviluppo dell'hi-tech e all'innovazione, con le possibilità di proiezione del presente, principalmente grazie alla folta diaspora armena (circa 10 milioni di connazionali od oriundi risiedono all'estero), l'Armenia oggi può valorizzare ai massimi livelli la sua posizione di ponte tra Oriente ed Occidente, e in particolare tra l'Europa e l'Iran. Come ha ricordato l'Ambasciatore, infatti, molti iraniani raggiungono l'Armenia per migliorare i propri studi o per acquistare prodotti di pregio locali o europei, e questo elemento può giocare un ruolo fondamentale in un processo di riavvicinamento tra Bruxelles e Tehran che ha presentato non poche difficoltà nel recente passato.
Sonia Chiarotto, responsabile stampa dell'Ambasciata, ha sottolineato invece il recente avvio della Zona di Libero Scambio di Meridian (dedicata al settore orafo). Allo stato odierno, in tutto sono tre le aree "franche" agevolate (le altre due sono dedicate rispettivamente al settore agricolo e alle tecnologie) che permettono agli investitori stranieri di espandere le proprie attività nel Paese caucasico, con la garanzia dell'esenzione fiscale sui profitti, sull'IVA, sul reddito, sui dazi e sulla proprietà. Inoltre, la recente decisione, fortemente voluta dal presidente Serž Sargsyan, di inserire l'Armenia nell'Unione Economica Eurasiatica, pensata tanti anni fa dal presidente kazako Nursultan Nazarbayev e nata nel 2012 dall'unione doganale dei mercati russo, bielorusso e kazako, può rappresentare un punto di ingresso importante per tutti gli operatori economici europei interessati a farsi largo in un mercato unico territorialmente gigantesco, compreso tra il Mar Baltico e l'Oceano Pacifico, con un potenziale di 171 milioni di consumatori, che potrebbe salire a 250 milioni qual'ora anche altre ex repubbliche sovietiche in "lista d'attesa", come l'Ucraina (guerra permettendo), la Moldavia, la Georgia, il Kirghizistan o il Tagikistan, dovessero decidere di farvi ingresso. La specificità dell'Armenia in questo spazio economico comune è quella di aver ottenuto la concessione dell'abbattimento dei dazi verso l'esterno per circa 800 categorie merceologiche, facendo del Paese una "piccola Svizzera in tempo di guerra", come ha parafrasato lo stesso Ambasciatore in riferimento allo status di fattore neutrale e armonizzante tra Est e Ovest che può ricoprire la nazione caucasica.
Ettore Bertolini - Agenzia Stampa Italia
L'intervento dell'Ambasciatore