Conferenza “Scacco Matto all’Isolamento”: intervista a Claudio Ricci, Consigliere regionale umbro.

Ricci(ASI) Perugia – Giovedì 8 giungo a Perugia presso la Sala della Vaccara, la redazione di Agenzia Stampa Italia ha tenuto un importante conferenza dal titolo “Scacco Matto all’Isolamento”.

Tema su cui verteva l’evento, è la situazione dell’infrastruttura umbra e di un suo rilancio mediante la fondamentale battaglia per la venuta anche in Umbria del treno “Frecciarossa”. Facendo così uscire il “Cuore Verde d’Italia” dall’isolamento ferroviario mediante la realizzazione dell’alta velocità. Alla conferenza si sono susseguiti numerosi interventi di associazioni dei cittadini e dei consumatori e rappresentati politici regionali. Tra gli intervenuti, vi è stato anche il Consigliere regionale Claudio Ricci, già Sindaco di Assisi ed ex-candidato unitario del centrodestra alle ultime elezioni regionali umbre del 2015, che al termine del suo intervento ha rilasciato gentilmente un’intervista ad ASI.

Consigliere Ricci, qual è il suo parere in merito alle infrastrutture ferroviarie umbre e le sue proposte per un rilancio di esse?

Claudio Ricci: «Debbo ringraziare coloro che hanno promosso questa iniziativa che mi sembra incisiva e di grande realismo. Credo che se vi è un ritardo nelle infrastrutture di trasporto in Umbria, questo risiede soprattutto nei sistemi ferroviari come è stato messo in evidenza sin dal titolo di questa vostra iniziativa. In particolare io penso al raddoppio che deve essere completato fra Spoleto e Terni dal punto di vista dei sistemi ferroviari; penso al raddoppio, almeno selettivo, nella tratta da Foligno a Terontola; e penso anche che bisogna riprendere il progetto preliminare, magari nel medio periodo, per quanto riguarda la variante ferroviaria ad alta velocità da Roma ad Ancona che deve toccare la parte centrale dell’Umbria, in particolare l’aeroporto internazionale (l’aeroporto Internazionale dell'Umbria-Perugia "San Francesco d'Assisi"; ndr). Oltre che valorizzare adeguatamente la ferrovia centrale umbra, anche utilizzando i tram-treni – che sono dei convogli ferroviari che arrivati nei luoghi principali possono finanche entrare in rete urbana. Ma l’iniziativa è prodromica anche per dire se oggi, in attesa di queste infrastrutture ferroviarie nuove, i treni ad alta e media velocità possono passare per la nostra regione.

La proposta che io sosterrò in assemblea legislativa dell’Umbria, è quella di partire da Terni con un “Frecciarossa 1000”, toccare la città di Spoleto e quindi anche le aree della Valnerina, proseguire verso Foligno, toccare la città di Assisi, arrivare sino all’aeroporto internazionale dell’Umbria, proseguire verso Perugia e poi continuare per la direttrice sino a Terontola e Arezzo. Arezzo dopo la prima parte nella quale il convoglio ferroviario può transitare a oltre 110 chilometri all’ora, da Arezzo sino a Firenze poi Bologna per arrivare a Milano, la velocità – essendo quella infrastruttura già predisposta per l’alta velocità ferroviaria – può arrivare a 250 chilometri all’ora. Per altro in questa strategia bisogna anche fare in modo che Spoleto abbia la fermata del treno “Frecciabianca”, che oggi transita, rallenta, ma non ferma. Le risorse: credo che l’Umbria debba dedicare a questo la massima attenzione possibile. Le risorse possono essere ricavate, per esempio, spendendo meno per coprire le perdite delle società partecipate: in Umbria sono cinquantasette. Il bilancio della regione Umbria include una cifra molto consistente, attestata tra 28 e 48 milioni di euro all’anno, bisogna risparmiare lì e dedicare risorse per anche questi servizi che sono chiamati “a mercato”, quindi necessitano di un contributo da parte della regione Umbria, come per altro a fatto la regione Basilicata fin dal dicembre 2016. Concluderei ricordando la centralità, come ho già citato, di realizzare una stazione ferroviaria vicina all’aeroporto internazionale dell’Umbria, che sia anche poi da raccordo rispetto alle infrastrutture stradali della Quadrilatero Umbria-Marche S.P.A., e nel chiedere in maniera uniforme al Governo – perché bisogna chiedere come regione, ma anche come categorie economiche che nel settore dei trasporti devono vedere un elemento determinante del loro sviluppo – e a Trenitalia questi servizi. Anche e soprattutto come misure compensative dei danni indiretti che il terremoto ha provocato, in particolare nei riguardi dell’immagine e quindi dell’economia del turismo nella nostra regione. Come ho citato durante il mio intervento, io ho molti dubbi sul chiedere soltanto l’arretramento di un treno ad alta velocità, il Frecciarossa 1000, da Arezzo verso Perugia, perché sarebbe nuovamente prendere ciò che resta. Io credo che l’Umbria meriti di avere ciò che, ovviamente, è sufficiente per essere in linea con la sua storia e almeno con il milione di persone, circa, che vivono nella nostra regione. Quindi se pur tutto può essere definito a fasi, credo che sul progetto alta velocità in Umbria dobbiamo pretendere che ci sia un accordo economico subito per tutti quelli che sono i servizi essenziali per collegare Terni, per collegare Perugia, le principali città dell’Umbria, ovviamente dando una tempistica tecnica di realizzazione. Ma l’accordo, anche economico, va fatto con il Governo e con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti in maniera unitaria per dare all’Umbria un quadro di speranza e prospettiva socioeconomica concreto come merita.»

In merito alla situazione della stazione “Medioetruria” e tutte le polemiche che si sono generate riguardo ad essa, qual è il suo parere?

Claudio Ricci: «Io credo che sia un errore. La Toscana, ovviamente, svilupperà le scelte che desidera e credo che vi siano anche delle dicotomie fra diverse aree della Toscana e per altro mi sembra che nell’ultima fase si stia riflettendo sul fatto che forse la Toscana deve puntare sul nodo Arezzo che già intercetta l’alta velocità e semmai sviluppare quel nodo. A mio avviso l’Umbria deve invece puntare sull’avere una stazione specifica d’alta velocità ferroviaria, oltre che a Perugia, all’aeroporto internazionale dell’Umbria. In tutti gli aeroporti, soprattutto quelli piccoli, gli stessi si sviluppano se sono collegati in maniera veloce ai sistemi ferroviari che poi connettono i piccoli aeroporti con i grandi aeroporti. E per quanto riguarda l’aeroporto internazionale dell’Umbria occorre anche sviluppare di più la rete dei vettori low cost, a basso costo, perché come ricordavo al convegno questo significa non solo attrarre passeggeri, ma nei vettori a basso costo chi viaggia solitamente spesso acquista anche un prodotto turistico e quindi sono accordi che producono anche maggiore attrattività turistica per la nostra regione. Quindi la stazione ferroviaria deve essere realizzata all’aeroporto, dal punto di vista architettonico, connesso poi con alla stazione principale di Perugia. Ma l’aeroporto dell’Umbria se non è strutturato per accogliere anche una stazione ferroviaria e è collegato altri hub aeroportuali principali italiani, non avrà un compimento conclusivo. Terni ormai sta puntando su Roma dal punto di vista trasportistico, e su Civitavecchia dal punto di vista stradale per le connessioni con il mare. Perugia se non fa scelte forti sul capoluogo e sull’aeroporto rischia davvero, questa area intorno ad essa che include circa quattrocentomila abitanti e anche moltissime attività, di vedersi isolata dal resto della rete italiana.»

Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia


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