(ASI) L’anno scorso il direttore Muller aveva promesso star, film di livello, giustificandosi per il risultato non esaltante dell’anno passato. Non lo si poteva biasimare, visto che dovette organizzare un festival in pochi mesi. Ma quest’anno le attenuanti non ci sono.
Ci sarà la crisi, i finanziamenti latitano e la tradizione di Venezia è un’altra cosa, ma questo festival di Roma anziché migliorare sembra peggiorare. L’organizzazione presenta sempre delle falle, spesso stampa e pubblico si trovano insieme e si crea la ressa, il personale il personale spesso è scortese e in preda a una crisi di nervi e non è in grado di far fronte alla fiumana di gente soprattutto in occasione delle star hollywoodiane. E proprio le star sono le grandi assenti a parte Scarlett Johansson che è comparsa solo sul red carpet e Jennifer Lawrence i grandi nomi latitano. Il livello dei film è deludente e a parte il bellissimo Her, l’interessante Dallas buyers club, l’apprezzabile Il paradiso degli orchi e il box office The hunger games, il resto stenta molto con alcune pellicole veramente pesanti da seguire. Quello che poi ha lasciato basito che l’unico grande film Her non ha vinto ed è stata assegnata solo la miglior interpretazione a Scarlett Johansson. Un film come quello di Spike Jonze meritava più onori, visto che è stato l’unico a dare un rilievo internazionale al festival. Apprezzabile Tir di Fasulo, per il suo docu-film ma Her è tutt’altra storia e livello artistico e il premio per la miglior interpretazione a Scarlett Johansson sembra un contentino per l’attrice che si è degnata di arrivare a Roma, ma non tenere in considerazione Spike Jonze e Joaquin Phoenix ha dell’incredibile. C’è da migliorare, da apportare correttivi sia nella qualità che nell’organizzazione, nella gestione del pubblico, degli orari e la stampa deve essere trattata in maniera differente dal pubblico in cerca di autografi. Oltretutto le 4 sezioni (Concorso, Fuori concorso, Cinema XXI, Prospettive doc) più Alice sono dispersive e alcuni film vanno decisamente in secondo piano. Poi se si guardano i numeri i biglietti venduti sono aumentati del 20% e l’afflusso pure, ma i grandi festival sono altri e Muller a Venezia ne ha fatti. Roma è una piazza difficile, questo festival è sempre in sospeso tra il non esserci e il partire balbettante, ma è bene interrogarsi come si può farlo volare in alto e non radente. Ho sempre salvato il festival, ma rispetto alle gestione di Rondi la musica è cambiata e non in meglio.
Voto: 5
Riepilogo Vincitori
- Marc’Aurelio d’Oro per il miglior film: Tir di Alberto Fasulo
- Premio per la migliore regia: Kiyoshi Kurosawa per Sebunsu kodo (Seventh Code)
- Premio Speciale della Giuria: Quod Erat Demonstrandum di Andrei Gruzsniczk
- Premio per la migliore interpretazione maschile: Matthew McConaughey per Dallas Buyers Club
- Premio per la migliore interpretazione femminile: Scarlett Johansson per Her
- Premio a un giovane attore o attrice emergente: tutto il cast di Gass (Acrid)
- Premio per il migliore contributo tecnico: Koichi Takahashi per Sebunsu kodo (Seventh Code)
- Premio per la migliore sceneggiatura: Tayfun Pirselimoğlu per Ben o değilim (I Am Not Him)
- Menzione speciale: Cui Jian per Lanse gutou (Blue Sky Bon)
Daniele Corvi – Agenzia Stampa Italia
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