(ASI) Città di Castello – Una sala del consiglio del Comune di Città di Castello colma di persone, militanti e simpatizzanti di Lega Nord, che hanno accolto Renzo Bossi, figlio del Senatur Umberto Bossi e consigliere regionale Lombardia.
Numerose persone intervenute all’evento, tra cui il candidato a sindaco Cesare Sassolini e il consigliere regionale del PdL Andrea Lignani Marchesani. Presenti al tavolo dei relatori, al fianco di Bossi c’erano il candidato alla carica di vicesindaco Stefano Caselli, il deputato Paolini e il consigliere regionale di Lega Nord Gianluca Cirignoni. Quest’ultimo ha aperto la conferenza, dopo che Valentina Maggioli, militante Lega Nord, aveva intonato le note di Va Pensiero, ringraziando il giovane Bossi per la sua presenza a Città di Castello e ricordando come, suo padre Umberto, negli anni’90 aveva “piantato il seme di libertà anche nel nostro territorio. Così oggi – ha continuato Cirignoni – siamo in grado, anche in Umbria, di presentare una Lega Nord che può combattere la sinistra. Qualcuno ha provato a manifestare prima che entrassimo in comune, ma sarebbe meglio che questi ‘manifestanti’ pensassero ai problemi dei loro partiti e della loro città. Città di Castello è stata abbandonata per tantissimi anni dalla sinistra padrona del governo umbro. E’ nel nostro territorio che ci sono un numero enorme di piccole e medie imprese che mandano avanti l’economia della regione e che soffrono la crisi. Noi stiamo combattendo una battaglia contro quella sinistra che si è dimenticata del popolo e dei lavoratori.” Cirignoni ha ricordato che è lui il primo consigliere leghista eletto alla Regione e che ha fatto costituire una commissione antimafia nella Regione, “nei comuni dove entrerà la Lega, la lotta alla malavita sarà spietata. E’ poi intervenuto il capolista della Lega, Caselli esortendo con lo spot usato dalle coalizioni di sinstra in questa campagna elettorale “Il vento soffia ancora, ma la sinistra non si è resa conto che il vento che soffia è quello del Nord. La Lega – ricorda caselli – è stato il primo partito a scendere in campo per le elezioni tifernati, è stato sempre a contatto con la gente, rispondendo alle loro difficoltà e combattendo per cose concrete. Il nostro obiettivo è di realizzare i punti fondamentali del nostro programma, del programma dettatoci dalla gente.” Dopo aver elencato i punti fondamentali del programma proposto dalla Lega, ha sottolineato l’importanza “di combattere per dare un futuro migliore ai nostri figli. La famiglia è e sarà sempre al centro del nostro interesse: prima di tutto e di tutti vengono i nostri figli, a loro spetta la priorità. La sinistra parla da pacifista, ma quando qualcosa non gli va a genio scendono in piazza a manifestare, questo non è il modo di essere pacifisti, non c’è dialogo. Proprio su questo tema è intervenuto Renzo Bossi, che appena uscito dal Bar Magi aveva trovato davanti a sé alcuni manifestanti, “mi sono avvicinato a loro dicendo di farmi delle domande prima di attaccarmi, ma non hanno saputo dire nulla, continuando la loro lamentale.” Il giovane Bossi ha dichiarato che per lui era la prima volta che veniva a Città di Castello, ma ha subito visto “negli occhi delle persone il fuoco di coloro che vogliono lottare per la libertà. Dopo oltre 20 anni di lotta, oggi si parla concretamente di Federalismo Fiscale: le tasse che paghiamo rimarranno nelle casse dei nostri comuni, per i servizi delle nostre città, per poter gestire maggiori risorse e risolvere meglio i problemi.” Dopo aver spiegato nei dettagli le caratteristiche del federalismo, Bossi ha dichiarato che “la Lega ha seguito un progetto comune, no obiettivi personali, la Lega ha un progetto che corrisponde ad un ideale. La sinistra ha paura del federalismo fiscale perché fino ad ora ha rubato dalle casse dei comuni, delle province e delle regioni: soldi spariti che non sono serviti al bene collettivo. La Lega è dalla parte del popolo, dei lavoratori, è a contatto quotidiano con la gente ed è questo il modo in cui si fa politica.” Il giovane Bossi ha poi parlato della situazione dei giovani, delle università e del contatto negato loro con il mondo del lavoro. “Noto con piacere che questa sera ci sono molti giovani in questa sala ed è positivo, perché con la presenza di giovani si garantisce un ottimo futuro al partito.” Bossi ha poi trattato della perdita di identità dovuta alla globalizzazione, ricordando che un popolo deve mantenere un legame con la sua storia, le sue origini e la sua cultura. “Il cristianesimo è il legame con la nostra storia, ciò che permette a noi di mantenere l’identità: il cristianesimo è l’arma che possediamo per difenderci dalle altre culture che si insediano nei nostri territori.” All’uscita dalla residenza municipale, proprio davanti all’ingresso al Comune, una decina di ragazzi, con bandiere firmate Rifondazione Comunista si sono riuniti in una manifestazione non permessa ufficialmente, ma annunciata su face book, invocando canzoni partigiane e l’inno italiano oltre che insulti diretti a Renzo Bossi. Il consigliere regionale Cirignoni e il capolista Caselli, usciti per primi poiché richiamati dagli schiamazzi, si sono diretti dai giovani manifestanti cercando di calmare i cori e incitandoli a far uscire senza insulti il consigliere della Lombardia, invitandoli a conoscerlo e parlargli prima di offenderlo. “Insultare una persona senza conoscerla non è sinonimo di tolleranza né di civiltà. Non è stato un modo educato di accogliere un politico, indipendentemente dallo schieramento politico.”