(ASI) Non passa giorno senza che sia smascherata una nuova truffa nel settore alimentare a danno dei consumatori. Specialmente a causa della crisi che investito il settore della produzione, proliferano sempre più le frodi alimentari ed i tentativi di lucro a danno dei cittadini.
Mentre si diffondono i primi risultati relativi alle analisi per individuare le tracce della carne di cavallo all’interno di alimenti che, stando all’etichetta, non ne dovrebbero contenere, oggi scatta l’allarme anche sul latte in polvere sequestrato in un caseificio a Novara.
Latte che veniva utilizzato all’interno del caseificio per produrre falsi formaggi Dop. Peccato che in Italia, da 40 anni, sia vietato l’impiego di latte in polvere nelle produzioni casearie.
Una vera e propria truffa, che ha fruttato ingenti guadagni ai suoi ideatori: il latte in polvere, infatti, ha un costo notevolmente inferiore rispetto a quello fresco. I cittadini, convinti di acquistare e consumare un formaggio fresco di qualità, invece, si ritrovavano in tavola un prodotto scadente e fuori legge.
Siamo lieti che, almeno stavolta, il legale rappresentante del caseificio sia stato denunciato per “frode in commercio”, reato per il quale è prevista non solo la pena pecuniaria, ma anche la reclusione.
“Siamo convinti però, lo ripetiamo da anni, che non sia sufficiente colpire i singoli casi: è fondamentale predisporre una normativa più stringente e rispettosa del sacrosanto diritto dei cittadini di conoscere cosa mangiano.” – dichiara Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori.
In tal senso è fondamentale rendere obbligatoria, superando ogni ostacolo di carattere comunitario, l’indicazione di origine in etichetta per tutti i prodotti alimentari e per tutte le loro componenti, in modo da poter individuare in maniera certa ed inequivocabile ogni passaggio della produzione degli alimenti.
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