I ‘V-Day’, campagna internazionale di mobilitazione per il contrasto e la prevenzione della violenza sulle donne, ha portato in questi anni la rappresentazione "I monologhi della vagina" con successo nei maggiori teatri di tutto il mondo.
Migliaia di donne, di ogni età e provenienza, madri, figlie, nonne, nipoti, professioniste e impiegate, operaie e casalinghe, spesso attrici dilettanti, sono salite su un palco per dire no alla violenza, contribuendo all’autofinanziamento dell’associazione e alla raccolta fondi per le organizzazioni e per i progetti che nel mondo si battono contro tutti i tipi di violenza, incluso lo stupro, l'incesto, la mutilazione genitale femminile e la schiavitù sessuale.
Il ‘V-Day’ è stato definito: “Una delle più efficaci campagne di sensibilizzazione contro la violenza dell’ultimo decennio. Un affresco di femminilità, coraggio e umorismo che ha fatto arrossire, ridere e commuovere le platee internazionali”. Ad oggi l’Associazione ‘V-Day’ allestisce nel mondo più di 1.500 eventi creativi l’anno, fra rappresentazioni teatrali, incontri e workshop.
Il ‘V-Day’ a Modena, che per l’Italia ha organizzato la campagna ‘One Billion Rising’
Il ‘V-Day’ a Modena raggiunge quest’anno la settima edizione, con due spettacoli, in città e a Castelfranco Emilia, organizzati dal Comitato promotore ‘V-Day’ Modena, di cui fanno parte le Associazioni: Centro documentazione donna, Differenza Maternità, Casa delle donne contro la violenza Onlus, Gruppo Donne e Giustizia, Donne nel mondo, Udi-Unione Donne in Italia e il gruppo CGIL – Coordinamento donne, con l’adesione di Aidos-Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo, Uil-Coordinamento Donne e il patrocinio di Comune di Modena e Città di Castelfranco Emilia.
Queste Associazioni femminili sono impegnate da sempre sul tema del contrasto e la prevenzione della violenza di genere attraverso il loro capillare lavoro di sostegno alle vittime e di educazione e prevenzione nelle scuole.
A Modena, il ‘V-Day’ viene organizzato dal 2007 ed ha al suo attivo 10 spettacoli, oltre 4mila spettatori e quasi 20mila euro raccolti e devoluti a progetti locali e internazionali di contrasto alla violenza sulle donne.
Centinaia i modenesi coinvolti nella campagna, molte donne e qualche uomo, che hanno portato in scena
‘I monologhi della vagina’ di Eve Ensler.
‘One Billion Rising’: “un miliardo di donne violate è un’atrocità, un miliardo di donne che ballano è una rivoluzione”
Ancora oggi, le Nazioni Unite affermano che 1 donna su 3 nel mondo sarà picchiata o violentata nell’arco della sua vita. Su una popolazione mondiale di 7 miliardi di persone, ciò vuol dire più di un miliardo di donne e ragazze. Un vera e propria strage, una violenza inaccettabile, che si può e si deve fermare.
Per celebrare il 15° anniversario del ‘V-Day’, è stata quindi lanciata la campagna di mobilitazione internazionale ‘One Billion Rising’: un flash-mob planetario che ha ricevuto l'adesione di 202 Paesi, 5mila Associazioni, Ong, Istituzioni.
L’organizzazione internazionale ‘V-Day’ ha affidato al comitato ‘V-Day’ Modena il coordinamento in Italia della campagna ‘One Billion Rising’ per l'esperienza delle attiviste, è infatti dal 2007 che a Modena e provincia vengono portati in scena i monologhi per sensibilizzare riguardo al tema della violenza sulle donne.
In quasi duecento città italiane si sono svolte danze e flash-mob: da Alessandria ad Ancona, da Aosta a Palermo, da Aulla a Bari, da Bassano del Grappa a Battipaglia, da Imola a Catania, da Livorno a Lecce e ancora Roma, Torino, Bologna. A Modena, sono stati due gli eventi: in Piazza Grande e all’Istituto "Cattaneo-Deledda" e uno in provincia, a Pavullo.
‘One Billion Rising’ è un evento auto-gestito a cui hanno aderito attivisti, artisti, ministri, leader di movimenti sociali, membri del parlamento e migliaia di Associazioni e organizzazioni di tutto il mondo, da Amnesty International a Equality Now, con il supporto di testimonial come Naomi Klein, Jane Fonda, Robert Redford, Laura Pausini, Anne Hathaway
‘I monologhi della vagina’
È una raccolta delle testimonianze di 200 donne di ogni età, provenienza e condizione sociale, che hanno raccontato le proprie esperienze di ordinaria quotidianità, e di altrettanto ordinaria violenza, a Eve Ensler, drammaturga, poetessa, sceneggiatrice e docente universitaria americana, che si è lasciata coinvolgere tanto da improvvisarsi anche attrice per la prima teatrale a New York. Lo spettacolo, che in seguito ha attraversato gli Stati Uniti e da anni è in viaggio per il mondo, è stato considerato dal New York Times “probabilmente il più importante pezzo di teatro politico dell’ultimo decennio”.