(ASI) Sicilia. Lettere in Redazione - "Ho iniziato nel 2006 la guerra contro la casta, mediante migliaia di emendamenti in tutte le finanziarie regionali ma nessun si è sentito in dovere di occuparsi dell’illegittimo utilizzo dei miliardi di euro destinati ai costi della politica, alle assunzioni ed agli sprechi degli Enti e Società partecipate della Regione Siciliana e degli Enti di formazione professionale.
Anche la stampa non ha dato risalto alle continue denunzie parlamentari da me presentate contro il clientelismo ed il malaffare della politica, costringendomi financo a spogliarmi per far trapelare dai muri del Palazzo l’atto politico-mafioso consumato dal Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Miccichè su espressa richiesta dall’allora Segretario del MPA, Raffaele Lombardo, per buttarmi fuori dalla Commissione Bilancio a dicembre del 2007.
Lo dichiara Cateno De Luca – candidato alla Presidenza della Regione di Rivoluzione Siciliana, che aggiunge – dal 2006 in poi, sono stati sperperati oltre 4 miliardi di euro, destinati agli Enti, Società partecipate e sottoposte alla vigilanza della Regione Siciliana con oltre 7 mila assunzioni illegittime a seguito del divieto imposto dalle normative vigenti per le Pubbliche Amministrazioni. Figli, mogli, parenti, capi elettori di tutti i deputati regionali e nazionali – continua De Luca – sono stati assunti senza concorso ed è giunto il momento di pubblicare tutti questi nominativi per verificare anche se risulta a verità che tra questi nomi ci siano figli e parenti di Magistrati e di rappresentanti dello Stato che dovevano vigilare sulla correttezza delle spese e delle leggi della Regione Siciliana.
La casta politica – aggiunge De Luca – ha messo una taglia sulla mia testa per aver pubblicato il libro bianco sugli sprechi della Regione Siciliana (conferenza stampa ARS del 19 marzo 2010), causandomi anche l’inimicizia di numerosi Direttori Generali dell’Amministrazione Regionale che percepiscono di stipendio e di indennità somme di gran lunga superiore ai deputati regionali.
Attendiamo – conclude De Luca - che gli Organi Inquirenti, facciano una verifica delle procedure adottate nel mare magnum delle Società, Enti partecipate dalla Regione Siciliana e che l’abusivo Presidente della Regione, la cui moglie era dipendente in un Ente di Formazione, pubblichi gli elenchi di questi 7 mila Siciliani baciati dalla fortuna e segnalati da tutti i partiti politici."
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