Valentino Quintana: Sig.ra Simonetta, mi può raccontare qualcosa della vita di suo nonno? O meglio, comincio a chiederle se lo ha conosciuto o meno...
Simonetta Puccini: No, non ho mai conosciuto Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria Puccini, mio nonno. E' morto nel 1924, ed io non ero ancora nata. Tutte le notizie che le fornirò sono state apprese da me da parte di padre.
Valentino Quintana: Perfetto. Mi parli di lui...
Simonetta Puccini: Giacomo nasceva a Lucca il 22 dicembre 1858, da famiglia benestante. Il padre era direttore al Conservatorio di Lucca, e la sua famiglia vantava musicisti da ben cinque generazioni. Purtroppo però Michele Puccini, padre di Giacomo, è morto molto presto, e la famiglia era formata da 2 maschi e 6 donne, di cui l'ultima era in arrivo. Giacomo aveva cinque anni quando il padre moriva, ma era anche il maggiore di tutti i figli. La madre, donna dinamica, ha allevato i figli per bene, facendoli studiare tutti. Aveva il presentimento che Giacomo sarebbe divenuto famoso, e la madre lo ha fatto studiare a Lucca. Dopo la morte del padre tuttavia, non era possibile fare studiare mio nonno in una grande città, come lui avrebbe voluto. Ma sua madre, donna di ingegno, ha contattato la dama di Corte della Regina Margherita di Savoia, che si trovava a Lucca, affinché concedesse una borsa di studio di 100 lire al mese, per un anno a Milano. Altrimenti sarebbe stato per lui impossibile studiare al Conservatorio della capitale lombarda. La Regina acconsentiva...
Valentino Quintana: stiamo parlando del 1870, 1880 circa?
Simonetta Puccini: sì, 1880. Ha composto le prime opere lì, al Conservatorio Verdi di Milano, dove poi, si è diplomato.
Valentino Quintana: si dice che Puccini fosse di carattere schietto, diretto, molto franco... E' vero? Mi può parlare del suo carattere?
Simonetta Puccini: mah, se ne sono dette tante su di lui. Era vivace, ma riservato. Gli piacevano molto ad esempio: la caccia, la natura, la vita all'aria aperta. Per questo scelse la “solitudine” del lago, soprattutto per lavoro. Per la quiete e possibilità di ispirazione che il lago poteva fornire. Milano, non gli piaceva molto...
Valentino Quintana: Puccini era molto amico di d'Annunzio, non è così?
Simonetta Puccini: sì conoscevano, sì.
Valentino Quintana: mi pare che tra loro fosse intercorso un carteggio...
Simonetta Puccini: sì, ma non di moltissime lettere... Furono poche. Tra personaggi famosi, ci si conosceva comunque.
Valentino Quintana: come persona, seguiva la vita nazionale? Nel senso... Sono accaduti molti avvenimenti importanti: la guerra di Libia, la Grande Guerra, la sospirata unità nazionale.
Simonetta Puccini: Mio nonno non aveva interessi politici. Seguiva la vita nazionale, ma non entrava mai in merito. Amava molto la sua casa, semplice, senza lussi, ma confortevole. Amava molto le novità, perciò ha avuto il telefono, la radio. Era amante, ripeto, della natura e dell'ambiente, e ad esempio, quando costruirono una fabbrica vicino al lago, se ne andò via, lasciando la sua casa.
Valentino Quintana: dicerie dicono che fosse un gran donnaiolo, o seduttore... conferma o smentisce?
Simonetta Puccini: Ecco, se ne sono dette tante su mio nonno, ed è giusto riportare la verità storica. Non gli dispiacevano le donne, ed è chiaro, lo cercavano pure, essendo bello, “ricco” e famoso. Come ai giorni nostri, ovviamente. Amava però la sua famiglia, la casa, e gli piaceva proprio costruire case, per lavorare in pace.
Valentino Quintana: ma quante case ha avuto?
Simonetta Puccini: Oh... due per l'estate, perché a Torre del Lago, in quella stagione è molto caldo ed umido.
Valentino Quintana: come musicista, si esibiva spesso in pubblico?
Simonetta Puccini: no, mai. Non suonava in pubblico, perché era timido. Ad esempio, venne ricevuto dal re, a San Rossore, nella sua tenuta, ma non suonò mai per il re in occasioni speciali.
Valentino Quintana: mio può parlare gentilmente dell'Inno a Roma, una delle canzoni più belle che il Maestro ci ha regalato? L'hanno chiesta di comporre i Fascisti, oppure...?
Simonetta Puccini: A lui non piaceva, ad essere onesti, quella canzone. Comunque, per intenderci, l'Inno a Roma, che a me invece piace molto, venne composto nel 1919. Il committente era il Principe Colonna, non altri. Egli chiese a mio nonno, per il 21aprile, Natale di Roma, un inno per poter commemorare degnamente tale ricorrenza. Lui odiava la politica, ricordi questo...
Valentino Quintana: e poi, nel 1924, si spegneva, purtroppo. Dove è sepolto?
Simonetta Puccini: Sì, moriva il 29 novembre 1924, ed è sepolto a casa sua, per volontà del figlio Antonio, l'unico che ha avuto. Giacomo Puccini moriva a Bruxelles per operarsi alla gola. Col permesso del prefetto e del vescovo, la stanza (della sua odierna casa museo), è stata trasformata in Cappella, dove vengono a visitare da tutto il mondo, entusiasti del genio di mio nonno.
Valentino Quintana: Già Torre del Lago Puccini, Lago di Massaciuccoli. Luogo incantevole. Mentre il figlio Antonio, ossia suo padre, cosa è diventato?
Simonetta Puccini: non musicista stavolta. Ingegnere. Le dirò qualcosa sulla famiglia Puccini. Era molto religiosa. Aveva ad esempio una sorella che era Suora di clausura. Aveva un permesso speciale per andarla a trovare. Era molto generoso con le suore, e pagò addirittura il soggiorno ad una di loro malata. Il convento, ispirò in lui un'opera, Suor Angelica, che si svolge, appunto, in un convento. Ora questa struttura enorme è stata chiusa per mancanza di suore, ed è stato trasferito, a Ferrara.
Valentino Quintana: splendida storia...
Simonetta Puccini: Sì. Ma ora la aspetto a Torre del Lago Puccini, alla Casa – Museo. Le lascerò dopo il depliant, anche se mi ha detto di esserci già stato.
Valentino Quintana: il tempo passa, ed è stato anni fa. Ma ci torno volentieri. La ringrazio per la sua cortesia e per la dedizione mostrata.
Simonetta Puccini: grazie a Lei, Signor Valentino....
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia