Non funziona la cura ultraliberista del neopresidente argentino Javier Milei.
Gli ultimi dati riferiscono infatti che le persone colpite dalla povertà in Argentina a gennaio ammontano a 27 milioni, pari al 57,4% della popolazione. L’Osservatorio sociale dell’università cattolica di Buenos Aires, che ha condotto lo studio, riferisce che è il più alto dal 2004 quando i poveri erano “solamente” il 54%.
Più nel dettaglio il livello di povertà è stato pari al 44,7% nel terzo trimestre del 2023, salendo al 49,5% a dicembre fino a raggiungere il livello attuale il mese scorso; la ricerca evidenzia inoltre che i senzatetto sono ormai 7 milioni, ovvero il 15% della popolazione.
L’inquilino della Casa Rosada ha, ovviamente, scaricato questo drammatici numeri sull’esecutivo precedente ed alla eredità ricevuta dall’ex presidente Fernandez ma le prospettive per i prossimi mesi sono molto più allarmanti, tanto che già si parla di rischio di “esplosione sociale”.
A lanciare il grido d’allarme il direttore dell'Osservatorio sociale dell'università cattolica Agustin Salvia sulla base delle stime dell'inflazione arrivata al 254%. “La povertà a febbraio e marzo sarà superiore, con un picco attorno al 60%”, sostiene Salvia.
Stando ai rilevamenti dell'ateneo inoltre, “l'indigenza non è aumentata tanto come la povertà, un segno che la crisi sta colpendo soprattutto la classe media”.
Secondo Salvia, l'Argentina è in una situazione simile a quella successiva alla crisi del 2001-2002, con un concreto pericolo di un'esplosione sociale se la situazione peggiorerà ulteriormente.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia