(ASI) La politica aggressiva della Germania contro la Russia storicamente non è una novità e risale a ben prima delle ultime due guerre mondiali. Basta andare al 13° secolo (1242), quando il principe russo, Aleksandr Nevskij, battendo i Cavalieri Teutonici nella famosa battaglia sul Lago Peipus, fermò un'ulteriore espansione tedesca verso i Paesi slavi.
La Prussia Orientale non esisteva ancora, ma i Tedeschi, sostenuti dalla Chiesa romana, con il pretesto di cristianizzare i pagani (la Russia era cristiana da oltre due secoli), continuavano a conquistare dei territori abitati dagli slavi Borussi (detti anche PrussI). Già da allora la Polonia osteggiava la politica tedesca di espansionismo verso Est. Questi conflitti, più o meno evidenti, sono arrivati fino alla seconda guerra mondiale e, come è noto, si sono conclusi con la sconfitta dei Tedeschi e il ritorno degli Slavi (Russi) nei territori della Prussia Orientale. Oggi queste aree geografiche sono russe e l'antica capitale Königsberg si chiama Kaliningrad. Dopo oltre ottant'anni di silenzio, la Germnania torna ad '"occuparsi" dei territori dell'Est, questa volta nell'ambito di una nuova crociata occidentale contro la Russia. Ma la politica attuale della Germania sembra puntare al recupero della Prussia Orientale per vie non pacifiche, cioè facendo del tutto per alimentare la tensione fra Russia e NATO. Parallelamente la Germania si è riarmata pesantemente ed offre copertura militare ai Paesi baltici, cosa che potrebbe preludere ad un prottettorato sui tre Stati Baltici. La storia si ripete? La Polonia ha, o no, buovo motivo di allarmarsi?



